La pratica dei Quattro fondamenti della Consapevolezza e lo sviluppo dei Jhāna, gli stadi di meditazione profonda.
I quattro fondamenti della consapevolezza
Una persona che ha sviluppato la corretta visione disciplinerà le azioni del corpo e la parola; si svilupperanno concentrazione e saggezza stabilizzandosi nei quattro fondamenti della consapevolezza:
1 Contemplare con consapevolezza il corpo,
2 contemplare con consapevolezza le sensazioni,
3 contemplare con consapevolezza la mente,
4 contemplare con consapevolezza i cinque aggregati soggetti all’ afferrarsi, le sei basi sensoriali ed i sette fattori del risveglio.
La contemplazione del corpo (kayanupassana) include:
la meditazione sulla consapevolezza dell’inspirazione ed espirazione,
la repulsività del corpo,
la contemplazione degli elementi
e la contemplazione delle fasi di dissoluzione del corpo dalla morte fino alla sua dissoluzione nella terra.
questi esercizi appartengono alla contemplazione consapevole del corpo; attraverso queste contemplazioni la mente si calma, la concentrazione diviene stabile e i cinque impedimenti vengono rimossi.
La mente si sviluppa attraverso la contemplazione delle sensazioni (Vēdanānupassanā) – essendo consapevoli del piacere, del dolore e della neutralità.
Essere consapevoli dei pensieri è la contemplazione della mente (cittanupassana). Quando nasce un pensiero relativo al desiderio sensuale , il praticante lo riconosce come tale. Quando nasce un pensiero di rabbia, il praticante lo riconosce come tale; Quando nasce un pensiero relativo all’ offuscamento mentale, il praticante lo riconosce come tale; Quando si è colpiti da indolenza e torpore il praticante lo riconosce. Entrando in uno stato di assorbimento il praticante lo riconosce come tale. Quando la mente si distrae verso oggetti esterni il praticante lo riconosce ciò che accade.
Educare la mente a riconoscere i vari stati mentali ed i loro effetti in questo modo è la contemplazione della mente. La corretta visione, la saggezza, lo sforzo, la concentrazione, e la disciplina mentale sono fattori essenziali nella contemplazione della mente.
Quindi, il nobile discepolo prosegue praticando la contemplazione degli oggetti mentali (dhammanupassana) meditando sulla reale natura dei cinque aggregati soggetti all’afferrarsi. (pañca-upâdâna-khanda); il praticante comprenderà la corporalità, le sensazioni, le percezioni, le formazioni mentali e la coscienza in modo tale che questi non conducano ad una nuova esistenza.
Si dovrebbe analizzare con saggezza come la rinascita si verifichi in dipendenza delle basi sensoriali interne – occhio, orecchio e naso, e degli oggetti di senso esterni: oggetti visivi, suoni e odori. Durante la contemplazione il meditante comprende come liberarsi dalla catena delle rinascite.
Tale persona sta sviluppando i fattori del risveglio. il Buddha ha insegnato sette fattori del risveglio:
consapevolezza, investigazione della legge del Dhamma, energia, entusiasmo, tranquillità, concentrazione ed equanimità (sati, Dhamma vicaya, Vīrya, pīti, passaddhi, samādhi, Upekkhā).
Per prepararsi allo sviluppo dei sette fattori del risveglio, il discepolo si focalizza sulla concentrazione attraverso la pratica della consapevolezza. La corretta concentrazione è l’ultimo elemento del Nobile Ottuplice Sentiero. In tale contesto, La concentrazione è la capacità della mente di rimanere concentrata, sulla base degli altri elementi del Nobile Ottuplice Sentiero. Quando ci si è ben radicati nella consapevolezza, la concentrazione sorgerà come risultato naturale. Inoltre, Il Buddha ha definito la Retta Concentrazione nei termini dei quattro assorbimenti meditativi. Così, i quattro assorbimenti meditativi si sviluppano unicamente per mezzo della consapevolezza.
Prima fase del samādhi ( Concentrazione) Il Primo Jhāna ( assorbimento meditativo)
Supponiamo che una persona stia praticando la meditazione di consapevolezza del respiro. La prima fase di ogni meditazione consiste nel porre un limite alla proprie attività verbali ed alle azioni fisiche tramite la disciplina mentale; Successivamente, egli contemplerà un oggetto di meditazione tramite l’uso del pensiero iniziale e del pensiero discorsivo: Se l’oggetto di meditazione è l’inspirazione ed espirazione, egli diverrà consapevole dell’ inspirazione ed espirazione; Se l’oggetto prescelto è la repulsività del corpo, egli diverrà consapevole dei trentadue componenti corporei. Se il suo oggetto di meditazione sono i cinque aggregati soggetti all’ attaccamento, egli svilupperà la consapevolezza relativa alla corporeità, alle sensazioni, alle percezioni, alle costruzioni mentali ed alla coscienza. Tutte queste meditazioni richiedono il supporto del pensiero iniziale e del pensiero discorsivo, energia e concentrazione.
Mantenendo la consapevolezza dell’oggetto di meditazione prescelto e continuando a sostenere il pensiero discorsivo, i cinque ostacoli vengono gradualmente superati ed il meditante continua a restare focalizzato solamente sull’oggetto di meditazione. Quando i cinque ostacoli – vale a dire: desiderio sensuale, malevolenza, pigrizia e torpore, irrequietezza e dubbio scettico (kāmacchanda, vyāpāda, thīna-middha, uddhacca-kukkuccae vicikicchā) – vengono superate, la mente sperimenta un senso di gioia (pīti) e di benessere ( sukha) ; Il corpo si rilassa e la mente diventa concentrata. A questo punto è possibile sostenere la concentrazione per un lungo periodo e la propria concentrazione diventa più forte. In questo modo il meditante ha acquisito: pensiero iniziale, pensiero discorsivo, gioia, ed un senso di benessere e di concentrazione. Pertanto, tale persona è entrata nel Primo stadio di assorbimento meditativo (Paṭhama Jhāna).
La Seconda Fase del samādhi , il secondo Jhāna:
Dimorando nel primo stadio di assorbimento meditativo, il praticante esamina gli ostacoli da abbandonare al fine di rendere più consistente il suo assorbimento meditativo; Distrazioni occasionali di breve durata ed il ritorno all’ oggetto di meditazione sono fattori naturali nel primo assorbimento.
Il Pensiero iniziale ed il pensiero discorsivo faranno girovagare la mente tra gli oggetti esterni.
Bisogna comprendere questo fenomeno vedendolo come un ostacolo al rafforzamento del jhana; a questo punto si diventa capaci di focalizzarsi sull’oggetto di meditazione indipendentemente dal pensiero iniziale e dal pensiero discorsivo e la concentrazione diventa più forte; Il Pensiero iniziale ed il pensiero discorsivo che hanno inizialmente favorito l’entrata nella meditazione si acquietano in presenza di tale assorbimento. Da tale concentrazione nasce un senso di gioia – una gioia sorta dall’assenza del pensiero iniziale e pensiero discorsivo. Questo è il secondo assorbimento. Il nobile discepolo riconosce i fattori del secondo assorbimento meditativo non presenti nel primo.
La terza fase del samādhi, il terzo Jhāna:
Il discepolo che ha coltivato il secondo assorbimento meditativo capisce che la sua mente è eccessivamente influenzata dalla gioia nata dalla concentrazione; Egli quindi si concentra al fine di allontanarsi da questo senso di gioia o estasi (pīti). La sua saggezza diventa più acuta, e la mente diventa più calma e completamente rilassata. In questa fase, il meditante continua a godere di un diffuso senso di benessere (sukha); la sua concentrazione è robusta e la sua mente è calma. Questo è il terzo assorbimento.
La quarta fase del samādhi, il Quarto Jhāna.
Per accedere al quarto assorbimento si devono trascendere la felicità fisica e mentale ed anche il disagio fisico e mentale.
A poco a poco, la mente diventerà brillante e chiara, di un qualità eterea; il meditante è stabilizzato in uno stato di concentrazione inamovibile e sperimenta una sensazione di neutralità. A questo punto egli contempla la realtà dei cinque aggregati soggetti all’ attaccamento, rafforzando i Sette Fattori del Risveglio (satta bojjhanga): consapevolezza, investigazione della legge del Dhamma, energia, gioia, tranquillità, concentrazione ed equanimità (Dhamma vicaya, Vīrya, pīti, passaddhi, samādhi, Upekkhā).
Come addestrare la mente
L’esperienza nella pratica della meditazione finora descritta, pratica conducente alla Visione profonda, ( vidarshana o vipassana), sarà di grande aiuto in questa fase. Vidarshana è la realizzazione intuitiva che rende manifesta la verità dell’impermanenza, della sofferenza ed il non-sé, la natura non sostanziale di tutti i fenomeni corporei e mentali dell’ esistenza. il Meditante è ora in grado di comprendere la natura dei cinque aggregati soggetti all’attaccamento, dei quattro elementi costitutivi e delle basi sensoriali; Egli sarà in grado di vederli come impermanenti, causa di sofferenza e non-sé, focalizzando la propria concentrazione al fine di realizzare le Quattro Nobili Verità.
Lo Sviluppo dei Sette fattori del Risveglio
Questa appena descritta è la consapevolezza, il primo fattore del risveglio (sati sambojjhaṅgā). Il meditante comprende perfettamente i cinque aggregati soggetti all’attaccamento incontrati durante la contemplazione del corpo, delle sensazioni, della mente e degli oggetti mentali. Quando i cinque aggregati dell’attaccamento vengono contemplati come impermanenti, fonte di sofferenza e non-sé si abbandonerà l’ attaccamento verso di essi.
Ciò che sorge ora è l’investigazione della legge del Dhamma (Dhamma vicaya sambojjhaṅgā).
Un discepolo che ha raggiunto questo stadio ha la capacità di comprendere la legge naturale dell’origine dipendente (paṭiccasamuppāda). Tale persona penetrerà la legge di causa ed effetto, arrivando a comprendere che gli effetti derivano da cause e quando le cause cessano, cessano anche i loro risultati.
Tale persona si impegnerà ad eliminare le volizioni non salutari e ad accumulare volizioni salutari. L’impegno e lo sforzo impiegati per comprendere la verità costituiscono il fattore del risveglio dello sforzo energico (Vīrya sambojjhaṅgā).
La gioia che travolge il nobile discepolo in questa fase del suo sviluppo sorge dalla comprensione dell’impermanenza, della sofferenza e del non-sé delle cose. Egli o Ella devono ora comprendere la vera natura e la realtà di quella gioia. Questo è il fattore del risveglio della gioia (piti sambojjhanga). la gioia o rapimento che nasce dalla comprensione produce un effetto rilassante sul corpo e sulla mente; una tale gioia è capace di dissipare tutto lo stress fisico e mentale. Egli ha ottenuto la saggezza. in quello stato di gioia/rapimento egli o ella osserva i cinque aggregati dell’afferrarsi. Questo è il fattore del risveglio della tranquillità (passaddhi sambojjhaṅgā).
Vedere la realtà con chiarezza
In questo modo vengono rafforzate la tranquillità e la comprensione nell’ambito dei Sette fattori del risveglio. La mente ora è calma e tranquilla.
Con la mente concentrata ci si rende conto che la sofferenza è costituita dall’attaccamento egoico (Io -Mio) ai cinque aggregati. Così, egli o ella osserva la sofferenza nei cinque aggregati dell’ attaccamento. La natura dello stato della mente che non si aggrappa al suo stato di concentrazione è di neutralità (equanimità). Inoltre, il discepolo dimora privo di attaccamento persino nei confronti della mente neutrale (lo stato di equanimità). Tale persona osserverà i cinque aggregati dell’ attaccamento anche in uno stato di mente neutrale. Egli o Ella osserverà l’impermanenza, la sofferenza ed il non-sé di questo stato di neutralità.
La realizzazione delle Quattro Nobili Verità
A questo punto Il discepolo è ben radicato nella consapevolezza e nei sette fattori del risveglio. Tale persona avrà compreso pienamente I cinque aggregati dell’ attaccamento come la verità della sofferenza. il meditante ora abbandona L’ ignoranza ed il desiderio nei confronti dei cinque aggregati dell’ esistenza per mezzo della piena comprensione della verità dell’origine della sofferenza. Egli o Ella avrà acquisito la più alta conoscenza sconfiggendo l’ignoranza (Avijjā), ottenendo la liberazione sconfiggendo il desiderio. Tale persona realizzerà il sentiero che conduce all’ estinzione della sofferenza praticando la virtù, la concentrazione e la saggezza (Śīla, samādhi, paññā). A questo punto il nobile discepolo avrà realizzato la condizione di Arahant, avendo raggiunto la liberazione. Poiché egli ha pienamente realizzato le Quattro Nobili Verità è ora libero dalle contaminazioni; ottenendo la conoscenza e la visione della propria liberazione. Questo è il risultato dell’ aver accumulato la saggezza delle Quattro Nobili Verità.
Il conseguimento del Nibbana
Il meditante riconosce di aver compreso ciò che doveva comprendere sulla sofferenza, di aver trasceso l’origine della sofferenza, percorso con successo il lungo il sentiero e realizzato il Nibbana.
Egli realizzerà che il ciclo delle esistenze per lui è terminato, e non sperimenterà più la sofferenza del samsara. Egli ha percorso fino in fondo il sentiero insegnato dal Buddha e messo fine al viaggio infinito attraverso rinascite fauste ed infauste;
Il frutto finale del sentiero è il raggiungimento del Nibbana; In questo stadio gli aggregati dell’ esistenza continueranno ad esistere; Con il sopraggiunge della morte fisica egli o ella realizzerà lo stato del Nibbana senza nessun residuo di aggregati di esistenza (anupādisesa-Nibbana)
Bhikkhu Ñāṇananda.
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