Il concetto di Saṅgha ed i suoi significati

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“Cattāro ca paṭipannā, cattāro ca phale ṭhitā; Esa saṅgho ujubhūto, paññā­sī­lasamā­hito.”

“I quattro entrati nel sentiero e i quattro ben radicati nel suo risultato; Questo è il saṅgha tutto d’un pezzo, univocamente raccolto nella saggezza e nel comportamento virtuoso. ” 

Paṭha­ma­pugga­la­sutta, AN 8.59 

Il termine sanscrito saṅgha deriva dalla radice saṃ, che significa insieme o gruppo, è può essere tradotto con comunità o assemblea. Il saṅgha è il terzo elemento che, assieme al Buddha e al Dharma, formano il cosiddetto triplice gioiello, la base della pratica di ogni buddhista di qualunque tradizione o scuola;

In origine, con saṅgha si intendeva unicamente l’ordine dei monaci e delle monache fondato dal Buddha, ma con il passare del tempo, il concetto di saṅgha ha assunto diverse sfumature di significato in accordo al contesto; i tipi di saṅgha principali sono 1:Bhikkhusaṅgha, 2:Bhikkhunisaṅgha, 3:Mahasaṅgha, 4:Aryasaṅgha, 5: saṅgha come gruppo di praticanti (gaṇa)

1: Bhikkhu saṅgha, l’ordine dei monaci, coloro i quali hanno preso l’ordinazione presso la comunità monastica buddhista, e seguono uno stile di vita in accordo alla regola monastica dettata dal Vinaya patimokkha, il codice di liberazione individuale.

2:Bhikkhuni saṅgha, l’equivalente ordine monastico femminile.

3:Mahasaṅgha, la grande assemblea: con questo termine si indica la comunità buddhista più ampia, che include i quattro tipi di praticanti: monaci, monache, laici e laiche.

4:Aryasaṅgha o comunità dei nobili: appartengono a questo gruppo tutti coloro i quali hanno realizzato uno o più dei quattro livelli di emancipazione ed i relativi sentieri, per un totale di otto:

1:Coloro i quali – avendo eliminato i tre legami (samyojana) più grossolani di visione errata sulla personalità, attaccamento a precetti e rituali e dubbio scettico –  sono entrati nella corrente del risveglio (sotāpatti), e coloro i quali sono sul sentiero che conduce all’entrata nella corrente del risveglio (sotāpattimagga)

2:Coloro i quali sono ritorneranno una sola volta prima di ottenere la liberazione (Sakadāgāmi) e coloro i quali sono sul sentiero per tale realizzazione; Un tale praticante, oltre ad aver eliminato i tre legami più grossolani come il sotāpatti, ha anche attenuato la forza della bramosia e dell’avversione;

3: Coloro i quali, non ritorneranno più a questo mondo (anāgāmi) e coloro i quali sono sul sentiero che conduce a non ritornare più a questo mondo; Questo tipo di praticante ha eradicato tutti e cinque i legami : visione errata sulla personalità, attaccamento a precetti e rituali, dubbio scettico, brama di piacere sensuale e avversione.

4: Gli Arahant, coloro i quali avendo eliminato tutti i dieci legami si sono emancipati dall’esistenza ciclica condizionata e coloro i quali si trovano sul sentiero che conduce allo stato di Arahant.

Un Arahant ha eliminato i cinque legami grossolani descritti sopra ed anche i cinque legami sottili : Attaccamento all’esistenza formale, attaccamento all’esistenza informale ( stati di meditazione sottili detti Jhana con oggetto e jhana senza oggetto), arroganza, inquietudine ed ignoranza, il legame fondamentale causa della sofferenza del samsara.

Questi otto tipi di individui formano il nobile saṅgha, che è l’oggetto di rifugio.

5:Saṅgha in quanto gruppo di pratica: In tempi recenti, il concetto di saṅgha si è ulteriormente arricchito di un novo significato, ovvero quello di gruppo di pratica, un insieme di individui, legati dal comune interesse verso la ricerca spiritale e spesso legati fra loro da un sentimento di amicizia e vicinanza che va oltre la pratica spirituale.

Contrariamente a quanto spesso viene affermato, il saṅgha che è l’oggetto del rifugio non è il saṅgha monastico ma il nobile saṅgha o Ariyasaṅgha , composto da individui dotati di una qualche realizzazione del sentiero e dei suoi frutti, di cui fanno parte non solo monaci e monache, ma anche laici  e laiche.

La confusione è probabilmente dovuta alla sovrapposizione di significati diversi attribuiti ad un unico concetto: molti dei primi membri del nobile saṅgha erano monaci e monache, e questo ha indotto molti a credere che i due tipi di saṅgha – l’ordine monastico e la nobile comunità – fossero la stessa cosa, nonostante nei discorsi siano citati i nomi di praticanti laici che

Ricapitolando, Il termine saṅgha ha diversi livelli di significato: Il saṅgha monastico, maschile e femminile, il grande saṅgha, composto oltreché dai monaci e dalle monache anche dai praticanti laici di ambo i sessi, il saṅgha nobile, di cui fanno parte tutti coloro i quali hanno una qualche realizzazione del sentiero e dei suoi frutti, ed infine il saṅgha inteso come gruppo di pratica composto da persone, quasi sempre laiche, legate dall’interesse per la pratica oltreché da un genuino senso di amicizia.

Davide A. Puglisi.

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