Continuiamo l’analisi dei fattori che compongono il Nobile Ottuplice sentiero; in questo articolo parleremo dei fattori etici, che sono: La parola corretta o armoniosa, l’agire corretto o agire armonioso e lo stie di vita armonioso;
Nell’ambito del sentiero della liberazione tracciato dal Buddha, la funzione dell’etica è quella di creare le condizioni idonee allo sviluppo della mente, finalizzata alla comprensione della realtà dell’esistenza.
Come già detto precedentemente, i fattori etici del sentiero si sviluppano sulla base della corretta comprensione e della corretta intenzione o risoluzione, i primi due fattori del sentiero stesso;
La decisione o risoluzione deliberata di astenersi da certi tipi di attività e comportamenti deve essere inquadrata nell’ambito della prospettiva di una graduale eliminazione delle cause del perpetuarsi della sofferenza. In quanto tale l’etica buddhista non è fine a se stessa, ma puramente teleologica, avendo uno scopo -la liberazione dal samsara- ben precisa. Il carattere puramente pedagogico dell’etica è mirabilmente espresso nel Kimatthiya sutta, il ‘discorso circa la funzione’:
“Kimatthiyāni, bhante, kusalāni sīlāni kimānisaṃsānī”ti? “Avippaṭisāratthāni kho, ānanda, kusalāni sīlāni avippaṭisārānisaṃsānī”ti.
“Qual’è lo scopo, o Signore, e qual’è il beneficio del comportamento virtuoso?” “il non rimorso, o Ānanda è lo scopo del comportamento virtuoso, il non rimorso è il beneficio.”
“Avippaṭisāro pana, bhante, kimatthiyo kimānisaṃso”ti? “Avippaṭisāro kho, ānanda, pāmojjattho pāmojjānisaṃso”ti.
“Ma Signore, qual’è lo scopo, e qual’è il beneficio del non rimorso?” “Ānanda, lo scopo ed il beneficio del non rimorso è la contentezza.”
“Pāmojjaṃ pana, bhante, kimatthiyaṃ kimānisaṃsan”ti? “Pāmojjaṃ kho, ānanda, pītatthaṃ pītānisaṃsan”ti.
“Ma Signore, qual’è lo scopo, qual’è il beneficio della contentezza?” “Ānanda, lo scopo ed il beneficio della contentezza è la gioia.”
“Pīti pana, bhante, kimatthiyā kimānisaṃsā”ti? “Pīti kho, ānanda, passaddhatthā passaddhānisaṃsā”ti.
“Ma Signore, qual’è lo scopo e qual’è il beneficio della gioia?” “Ānanda, lo scopo ed il beneficio della gioia è la quiete interiore.”
“Passaddhi pana, bhante, kimatthiyā kimānisaṃsā”ti? “Passaddhi kho, ānanda, sukhatthā sukhānisaṃsā”ti.
“Ma Signore, qual’è lo scopo della calma interiore?” “Ānanda, la felicità è lo scopo ed il beneficio della quiete interiore.”
“Sukhaṃ pana, bhante, kimatthiyaṃ kimānisaṃsan”ti? “Sukhaṃ kho, ānanda, samādhatthaṃ samādhānisaṃsan”ti.
“Ma Signore, qual’è lo scopo e qual’è il beneficio della felicità?” “Ānanda, il raccoglimento è lo scopo ed il beneficio della felicità.”
“Samādhi pana, bhante, kimatthiyo kimānisaṃso”ti? “Samādhi kho, ānanda, yathābhūtañāṇadassanattho yathābhūtañāṇadassanānisaṃso”ti.
“Ma Signore, qual’è lo scopo, qual’è il beneficio del raccoglimento?” “Ānanda, la conoscenza e la visione delle cose per come sono realmente è lo scopo ed il beneficio del Raccoglimento.”
“Yathābhūtañāṇadassanaṃ pana, bhante, kimatthiyaṃ kimānisaṃsan”ti? “Yathābhūtañāṇadassanaṃ kho, ānanda, nibbidāvirāgatthaṃ nibbidāvirāgānisaṃsan”ti.
“Ma Signore, qual’è lo scopo, qual’è il beneficio della conoscenza e della visione delle cose per come sono realmente?” “Ānanda, disincanto e distacco sono lo scopo ed il beneficio della conoscenza e della visione delle cose per come sono realmente.”
“Nibbidāvirāgo pana, bhante, kimatthiyo kimānisaṃso”ti? “Nibbidāvirāgo kho, ānanda, vimuttiñāṇadassanattho vimuttiñāṇadassanānisaṃso.
“Ma Signore, qual’è lo scopo, qual’è il beneficio di disincanto e distacco?” “Ānanda, la conoscenza e la visione della liberazione sono lo scopo ed il beneficio di disincanto e distacco.”
In breve, possiamo dire che la funzione della pratica del comportamento virtuoso è quella di evitare di creare altra sofferenza.
La parola corretta
“Katamā ca bhikkhave, sammāvācā: yā kho bhikkhave, musāvādā veramaṇī pisunāya vācāya veramaṇī pharusāya vācāya veramaṇī samphappalāpā veramaṇī ayaṃ vuccati bhikkhave, sammāvācā.”
“E cosa, o monaci, è la parola corretta? L’astenersi dal mentire, l’astenersi dalla parola che è causa di discordia, l’astenersi dalla parola violenta, l’astenersi dai discorsi futili. Questo, o monaci, è chiamata parola corretta.”
E’ facile comprendere l’importanza dell’uso della parola nella vita quotidiana, e come, molti dei nostri problemi a livello interpersonale derivino da un uso non consapevole della comunicazione; Possiamo vedere quindi l’importanza – a livello pratico- dell’attenzione e della chiara consapevolezza insegnati dal Buddha, che, lungi dall’essere un mero strumento finalizzato ad un temporaneo rilassamento, è invece una qualità da coltivare e applicare in ogni fase della vita.
L’azione corretta:
“Katamo ca bhikkhave, sammākammanto: yā kho bhikkhave, pāṇātipātā veramaṇī adinnādānā veramaṇī kāmesumicchācārā veramaṇī, ayaṃ vuccati bhikkhave, sammākammanto.”
“E cos’è, o monaci, la corretta azione? Monaci, l’astenersi dal togliere la vita, l’astenersi dal prendere ciò che non vi è stato dato, l’astenersi da una condotta sessuale scorretta, questo o monaci è chiamato corretto agire.”
la condotta sessuale
“Kāmesu micchācārī hoti, yā tā māturakkhitā piturakkhitā mātāpiturakkhitā bhāturakkhitā bhaginirakkhitā ñātirakkhitā gottarakkhitā dhammarakkhitā sasāmikā saparidaṇḍā antamaso mālāguḷaparikkhittāpi, tathārūpāsu cārittaṃ āpajjitā hoti.”
“In questo modo Egli si comporta erroneamente in riguardo ai piaceri sensuali, intrattenendo rapporti sessuali con chi 1)è sotto la tutela di madre, 2) sotto la tutela del padre 3)sotto la tutela di padre e madre, 4)sotto la tutela di un fratello maggiore, 5) sotto la tutela di una sorella maggiore, 6)la tutela di altri familiari, 7) sotto la tutela del clan di appartenenza, 8) sotto la tutela del Dhamma (monaci,monache), 9) sotto la tutela del coniuge, 10) con chi [per tale rapporto sarebbe soggetto] a punizione da parte della legge, 11) con chi ha già ricevuto la ghirlanda di fiori [simbolo del fidanzamento].
-AN10.211
Dal suttanipata:
“Atītayobbano poso, Āneti timbarutthaniṃ, Tassā issā na supati,Taṃ parābhavato mukhaṃ”
“Un uomo, la cui giovinezza è ormai passata, che si accompagna con una ragazza il cui seno è della misura di un piccolo frutto timbaru, e per gelosia non riesce neppure a dormire: questo è ciò che porta della rovina”.
-Sutta Nipata, 1.6, Parabhavo sutta.
Un altro passaggio criptico, il cui significato è oggetto di controversie, è contenuto nel Cakkavatti sihanada sutta, DN26, discorso a carattere mitologico nel quale viene esposta una sorta di profezia sulla degenerazione dei costumi e della vita degli esseri umani, fino al giorno in cui apparirà il Buddha Maitreya ad esporre di nuovo il Dharma:
“Pañcavassasatāyukesu, bhikkhave, manussesu tayo dhammā vepullamagamaṃsu— adhammarāgo visamalobho micchādhammo.”
“Monaci, fra coloro i quali la lunghezza della vita sarà di 500 anni, tre cose incrementeranno: 1)passione contro natura(incesto), desiderio squilibrato e pratiche erronee.”
Secondo il commentatore Indiano Buddhagosa, con micchādhammo si intenderebbe l’omosessualità, ma in realtà non vi è alcuna prova che questa sua interpretazione sia corretta. L’omosessualità era diffusa in india ai tempi del Buddha, il quale – come possiamo notare leggendo le descrizioni didascaliche indicanti le pratiche sessuali improprie- non la considerava in contrasto con la pratica del Dharma;
il Fatto che alcuni esponenti di altre scuole buddhiste sorte successivamente considerino l’omosessualità come contraria al Dharma, è dovuto a sviluppi dottrinali successivi, determinati dall’incontro-scontro con culture diverse come quella greca, diffusasi nel nord est dell’India a seguito della spedizioni guidate da Alessandro Magno,e viste da certi esponenti del tardo buddhismo indiano come i Mulasarvastivadin – responsabili della diffusione del lignaggio monastico in Tibet- come pratiche “barbare di popoli stranieri”.
Il senso di tali prescrizioni sta nell’evitare di creare nuova sofferenza a se stessi e agli altri; bisogna sempre tenere a mente che non si tratta di comandamenti divini ma di addestramenti graduali (sikkhapada) e come tali, praticati intelligentemente,senza dogmatismi antistorici e fuori contesto, privilegiando una comprensione psicologica dell’importanza del coltivare i fattori ad un’interpretazione meramente legalistica e dogmatica.
Corretti stili di vita:
Katamo ca bhikkhave, sammāājīvo: idha bhikkhave, ariyasāvako micchāājīvaṃ pahāya sammāājīvena jīvikaṃ kappeti, ayaṃ vuccati bhikkhave, sammāājīvo.
“E cos’è, o monaci, il corretto stile di vita? Ecco, o monaci, un nobile discepolo abbandona gli stili di vita erronei e assume uno stile di vita corretto; Questo, o monaci, è detto corretto stile di vita.”
Il significato di questa descrizione stringata è esposto nel Vaṇijjāsutta o Discorso sul commercio, in cui il Buddha spiega quali siano i mezzi di sostentamento in dissonanza con la pratica del Dharma:
“Pañcimā, bhikkhave, vaṇijjā upāsakena akaraṇīyā. Katamā pañca? Satthavaṇijjā, sattavaṇijjā, maṃsavaṇijjā, majjavaṇijjā, visavaṇijjā—imā kho, bhikkhave, pañca vaṇijjā upāsakena akaraṇīyā”ti.
“Monaci, un praticante laico dovrebbe astenersi da cinque tipi di attività: Quali cinque? Commercio di armi, commercio di esseri umani, commercio di carni, commercio di sostanze intossicanti, commercio di sostanze velenose; queste, o monaci, sono le cinque attività da cui un laico dovrebbe astenersi”.
-Vaṇijjāsutta AN5.
Perché tutto ciò? perché la produzione e la diffusione di tali sostanze è causa di sofferenza a livello fisico e mentale, di problemi di carattere sociale quali l’alcolismo, di sofferenza diretta ed indiretta per tutti i soggetti coinvolti.
Nel prossimo articolo parleremo degli aspetti meditativi del Nobile Ottuplice Sentiero.
Davide A. Puglisi.
Rispondi