Sutta Nipāta, la cascata dei versi ispirati

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Capitolo primo,
Uragasutta,
i discorsi sulla serpe

Il Sutta-Nipāta contiene alcuni dei discorsi più antichi del Canone Pali. Si tratta di una fonte ricca di testi offerenti una guida per i praticanti buddisti laici e allo stesso tempo ricco di sutta enfatizzanti gli ideali contemplativi del primo buddhismo. Anche se il Sutta-Nipāta, come una collezione esiste solo nella tradizione Theravada, alcuni singoli sutta sono preservati anche in altre tradizioni. Un intero capitolo, l’Aṭṭhakavagga, si trova anche nel Tripitaka cinese.

– Bhikkhu Bodhi.

Yo uppatitaṃ vineti kodhaṃ,  Visaṭaṃ sappavisaṃva osadhehi;  So bhikkhu jahāti orapāraṃ, Urago jiṇṇa­mi­vatta­caṃ purāṇaṃ.                 

Chi abbandona la collera già sorta, come un antidoto il diffondersi del veleno della serpe, quel monaco abbandona il ‘qui’ e ‘l’altrove’, come la serpe la pelle vecchia e consunta.

Yo rāgamudacchidā asesaṃ,  Bhisapupphaṃva saroruhaṃ vigayha; So bhikkhu jahāti orapāraṃ, Urago jiṇṇa­mi­vatta­caṃ purāṇaṃ.

Chi ha totalmente troncato la sete di passionalità, come un loto alla radice dopo esseri immerso, quel monaco abbandona il ‘qui’ e ‘l’altrove’, come la serpe la pelle vecchia e consunta.

Yo taṇha­mu­dacchidā asesaṃ, Saritaṃ sīghasaraṃ visosayitvā; So bhikkhu jahāti orapāraṃ, Urago jiṇṇa­mi­vatta­caṃ purāṇaṃ.

Chi ha totalmente troncato la sete d’esistenza, che fluisce e scorre rapidamente,  quel monaco abbandona il ‘qui’ e ‘l’altrove’, come la serpe la pelle vecchia e consunta.

Yo mānamudabbadhī asesaṃ, Naḷasetuṃva sudubbalaṃ mahogho; So bhikkhu jahāti orapāraṃ, Urago jiṇṇa­mi­vatta­caṃ purāṇaṃ.

Chi ha totalmente distrutto l’orgoglio, come la grande alluvione un debole ponte fatto di canne, quel monaco abbandona il ‘qui’ e ‘l’altrove’, come la serpe la pelle vecchia e consunta.

Yo nājjhagamā bhavesu sāraṃ, Vicinaṃ pupphamivā udumbaresu; So bhikkhu jahāti orapāraṃ, Urago jiṇṇa­mi­vatta­caṃ purāṇaṃ.

Chie non trova concretezza nell’esistenza, come chi cercasse fiori in una foresta di alberi di fico, quel monaco abbandona il ‘qui’ e ‘l’altrove’, come la serpe la pelle vecchia e consunta.

Yassantarato na santi kopā, Iti­bhavā­bhava­tañca vītivatto; So bhikkhu jahāti orapāraṃ, Urago jiṇṇa­mi­vatta­caṃ purāṇaṃ.

In chi non vi è rabbia, avendo così superato l’esistere ed il non esistere, quel monaco abbandona il ‘qui’ e ‘l’altrove’, come la serpe la pelle vecchia e consunta.

Yassa vitakkā vidhūpitā, Ajjhattaṃ suvikappitā asesā; So bhikkhu jahāti orapāraṃ, Urago jiṇṇa­mi­vatta­caṃ purāṇaṃ.

Chi ha dissipato, interiormente ben definito, completo; quel monaco abbandona il ‘qui’ e ‘l’altrove’, come la serpe la pelle vecchia e consunta.

Yo nāccasārī na paccasārī, Sabbaṃ accagamā imaṃ papañcaṃ; So bhikkhu jahāti orapāraṃ, Urago jiṇṇa­mi­vatta­caṃ purāṇaṃ.

Chi non procede troppo in fretta né resta indietro, trascendendo ogni proliferazione mentale, quel monaco abbandona il ‘qui’ e ‘l’altrove’, come la serpe la pelle vecchia e consunta.

Yo nāccasārī na paccasārī, Sabbaṃ vitathamidanti ñatva loke; So bhikkhu jahāti orapāraṃ, Urago jiṇṇa­mi­vatta­caṃ purāṇaṃ.

Chi non procede troppo in fretta né resta indietro, avendo compreso l’irrealtà di ogni cosa nel mondo,  quel monaco abbandona il ‘qui’ e ‘l’altrove’, come la serpe la pelle vecchia e consunta.

10 Yo nāccasārī na paccasārī, Sabbaṃ vitathamidanti vītalobho; So bhikkhu jahāti orapāraṃ, Urago jiṇṇa­mi­vatta­caṃ purāṇaṃ.

Chi non procede troppo in fretta né resta indietro, avendo compreso l’irrealtà di ogni cosa, libero dalla bramosia, quel monaco abbandona il ‘qui’ e ‘l’altrove’, come la serpe la pelle vecchia e consunta.

11 Yo nāccasārī na paccasārī, Sabbaṃ vitathamidanti vītarāgo So bhikkhu jahāti orapāraṃ, Urago jiṇṇa­mi­vatta­caṃ purāṇaṃ.

Chi non procede troppo in fretta né resta indietro, avendo compreso l’irrealtà di ogni cosa, libero dalla passionalità, quel monaco abbandona il ‘qui’ e ‘l’altrove’*, come la serpe la pelle vecchia e consunta.

12 Yo nāccasārī na paccasārī, Sabbaṃ vitathamidanti vītadoso; So bhikkhu jahāti orapāraṃ, Urago jiṇṇa­mi­vatta­caṃ purāṇaṃ.

Chi non procede troppo in fretta né resta indietro, avendo compreso l’irrealtà di ogni cosa, libero dall’avversione, quel monaco abbandona il ‘qui’ e ‘l’altrove’, come la serpe la pelle vecchia e consunta.

13 Yo nāccasārī na paccasārī, Sabbaṃ vitathamidanti vītamoho; So bhikkhu jahāti orapāraṃ, Urago jiṇṇa­mi­vatta­caṃ purāṇaṃ.

Chi non procede troppo in fretta né resta indietro, avendo compreso l’irrealtà di ogni cosa, libero dall’ignoranza, quel monaco abbandona il ‘qui’ e ‘l’altrove’, come la serpe la pelle vecchia e consunta.

14 Yassānusayā na santi keci, Mūlā ca akusalā samūhatāse; So bhikkhu jahāti orapāraṃ, Urago jiṇṇa­mi­vatta­caṃ purāṇaṃ.

In chi non vi è più alcuna tendenza nociva latente, avendo estirpato ciò che è nocivo alla radice, quel monaco abbandona il ‘qui’ e ‘l’altrove’, come la serpe la pelle vecchia e consunta.

15 Yassa darathajā na santi keci, Oraṃ āgamanāya paccayāse; So bhikkhu jahāti orapāraṃ, Urago jiṇṇa­mi­vatta­caṃ purāṇaṃ.

In chi non vi è più alcuna angoscia, condizione per il tornare di qua, quel monaco abbandona il ‘qui’ e ‘l’altrove’, come la serpe la pelle vecchia e consunta.

16 Yassa vanathajā na santi keci, Vinibandhāya bhavāya hetukappā; So bhikkhu jahāti orapāraṃ, Urago jiṇṇa­mi­vatta­caṃ purāṇaṃ.

In chi non vi è più nulla che tragga origine dalla giungla dei desideri, causa del vincolo esistenziale, quel monaco abbandona il ‘qui’ e ‘l’altrove’, come la serpe la pelle vecchia e consunta.   

17 Yo nīvaraṇe pahāya pañca, Anigho tiṇṇa­kathaṅ­katho visallo; So bhikkhu jahāti orapāraṃ,  Urago jiṇṇa­mi­vatta­caṃ purāṇanti.

Chi ha abbandonato i cinque ostacoli, libero dalla malevolenza, avendo superato i dubbi, libero dal dolore, quel monaco abbandona il ‘qui’ e ‘l’altrove’, come la serpe la pelle vecchia e consunta.

Uragasuttaṃ paṭhamaṃ

* il qui è l’altrove: il doloroso circolo vizioso del samsara, l’esistenza ciclica condizionata, caratterizzata da nascita, malattia, vecchia, morte, incertezza, insoddisfazione, instabilità e frustrazione.

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