“Ananda , la vita di ogni essere vivente è simile ad un grande albero: nel terreno sotto questo albero vi sono radici ben radicate verso il basso ed altre che si diramano in tutte le direzioni nel terreno. Questo albero si nutre assorbendo ciò di cui ha bisogno tramite queste radici.”
Il Buddha paragonò la nostra vita ad un grande albero: Questo albero vivrà a lungo grazie a queste radici; Similmente, anche noi siamo degli “Alberi di sofferenza”; nutriamo l’ Albero della sofferenza assorbendo certi elementi che sostengono il nostro vagabondare nel Samsara tramite radici che si diramano in tutte le direzioni.
Il Buddha utilizzo la similitudine dell’ ‘Albero della sofferenza’ dicendo:
“Come un uomo saggio che, avendo impugnato una zappa iniziasse a scavare intorno ad un certo albero, e avendo tagliato tutte le radici saldamente radicate nel terreno diffuse in tutte le direzioni, abbattesse quell’albero; Quindi, sradicando quelle radici dal terreno e riducendole a pezzi, facendole seccare al calore del sole, bruciandole ed infine disperdendone le ceneri al vento.”
Il Buddha proseguì spiegando come praticare il Dhamma; Colui che afferra correttamente il Dhamma sarà in grado di sradicare l’albero della sofferenza, distruggendolo , facendolo a pezzi, lasciandolo rinsecchire, bruciandolo, e disperdendone le ceneri al vento .
“Così Ananda, quell’albero non potrebbe rinascere mai più, dal momento che ne è stato tagliato il tronco e le sue radici sono state distrutte.”
Il Buddha continuò spiegando come porre fine al meccanismo di causa ed effetto o Origine Dipendente (Paṭicca Samuppāda) .
Normalmente, questo è un argomento difficile da comprendere per noi. Parlando del Mondo (Il termine Mondo è qui usato in senso figurato n.d.r.) , Il Buddha inizia descrivendo la legge di causa ed effetto partendo dalla vista; In questo discorso, il Buddha spiegò quanto segue:
Questo ‘Mondo’ ha inizio con le sei facoltà: la facoltà dell’Occhio, dell’Orecchio, del Naso, della lingua, del Corpo e della mente; Tutte e sei queste facoltà producono radici. Ed è da queste sei facoltà che tali radici si manifestano come basi per la nostra esistenza. Ci sono radici antiche, a cui si aggiungono quelle nuove. Noi nasciamo da quelle antiche radici generando un albero, e lasceremo questa vita per creare un nuovo albero. I semi ed il terreno sono pronti. c’è acqua in abbondanza. Un terreno fertile e dei semi in grado di produrre sono pronti, tuttavia nessuno nel mondo attuale conosce il luogo in cui questo seme sta per essere piantato .
Il Buddha disse:
“Monaci, è questo è il sorgere del ‘Mondo’: Essendoci l’occhio, il Viññāna (riconoscimento esplicito) visivo si forma in dipendenza dell’occhio e dell’immagine vista; Come risultato dell’interazione fra L’orecchio ed un suono, viene a formarsi il Viññāna uditivo. Allo stesso modo , i Viññāna olfattivo, gustativo, corporale e mentale si formano quando il naso annusa un odore, la lingua gusta un gusto, il corpo sperimenta un contatto e la mente pensa un pensiero, rispettivamente. “
In altre parole, abbiamo occhi in grado di vedere; Quando un immagine si presenta di fronte agli occhi, l’occhio la percepisce, a patto che in quel momento ci sia attenzione ( Manasikāra ). Tale cognizione è il Viññāna ( Riconoscimento esplicito) visivo. Abbiamo inoltre orecchie ben funzionanti; Quando sentiamo un suono, questo viene percepito non appena il suono interagisce con l’orecchio, se in quel momento stiamo prestando attenzione a ciò che sta accadendo. Tale percezione è il Viññāna uditivo. Potreste essere in grado di ricordare situazioni in cui non stavate ascoltando ciò che altri vi stavano dicendo a causa del fatto che la vostra mente era occupata in altri pensieri. Avevate orecchie capaci di sentire, ma non avete percepito né sentito ciò che vi veniva detto perché la vostra attenzione non era rivolta a ciò.
Similmente, quando il naso sente un certo odore e voi state prestando attenzione a quell’odore, il Viññāna si formerà in un istante. Percepirete quindi quell’odore.
Facciamo l’esempio di una persona dotata di lingua funzionante; ci sono alcune persone la cui lingua è come se fosse morta; quando la lingua è morta, non funziona più correttamente. Potrebbe capitare a chiunque di noi in futuro . Una volta che è morta , la lingua non ha più alcun valore. Quando ciò accade , vengono inseriti tubicini nel naso, e poiché la lingua è morta e non funziona come al solito, non si può assaporare più nulla. Ma se avete una lingua funzionante, essa può interagire con i sapori delle cose. Se siamo attenti a ciò in quel momento, sentiremo quel gusto immediatamente; quella percezione è il Viññāna gustativo.
Se un oggetto tattile interagisce con un corpo dotato di sistema nervoso funzionante e in quel momento l’attenzione è rivolta a quanto sta accadendo, il corpo percepirà tale contatto.
Similmente, La mente percepisce un pensiero, non appena quel pensiero sorge nella mente. Tutto ciò accade continuamente, in ogni momento della nostra vita, ma il nostro problema non è questo.
Quando avviene un contatto ( Phassa, ovvero la combinazione di tre cose: occhio, oggetto e Viññāna visivo ) grazie all’occhio, all’orecchio, al naso, alla lingua, al corpo ed alla mente, questo produrrà una sensazione; La sensazione è condizionata dal contatto visivo. Allo stesso modo, il contatto in ogni facoltà (orecchio , naso , lingua , corpo e mente) condiziona il sorgere di una sensazione. Quando una sensazione è così condizionata dal contatto ( nella mente), a causa della nostra mancanza di comprensione della realtà, ci riconnettiamo al nostro ‘vecchio mondo’; Ciò significa che nel momento attuale percepiamo gli oggetti in accordo alle nostre percezioni passate ( Sañña, le cose percepite nel presente e le cose percepite in precedenza).
Nei Thera Gatha ( I Versi dei Monaci ) c’è una storia meravigliosa. Un certo Monaco si stava recando a Rajagaha per il giro delle elemosine. Camminando, udì suoni di tamburi e bracciali; Si girò a osservare cosa stava accadendo e vide una danzatrice che danzava e cantava con voce soave; La danzatrice ballava inscenando varie movenze, roteando, facendo suonare i bracciali, roteando la chioma verso il cielo e così via. Tutti coloro che le stavano intorno la osservavano colmi di desiderio; è la natura delle persone normali. Ma vedendo ciò, il monaco cominciò a comprendere veramente quella serie di eventi che si verificano quando la vita interiore si combina con quella esterna .
Notate il valore della consapevolezza, della saggezza, e dello sforzo che questo monaco aveva coltivato. Egli realizzò: “Questa è una trappola messa per intrappolarmi; è a causa di queste trappole che rimaniamo intrappolati, come animali.” Il monaco si ricordò di come il Viññāna visivo si forma per via degli occhi e di un immagine . Egli vide come il contatto (Phassa) si forma grazie alla combinazione di occhio, immagine e Viññāna visivo. Vide che le sensazioni si formano a seguito di tale contatto, non lasciandosi confondere ulteriormente. Egli ebbe la capacità di non lasciarsi confondere da ciò che aveva percepito .
Quel monaco comprese questa serie di processi, ma a parte lui, nessuno altro in quella folla ebbe lo stesso talento di realizzare quanto stava accadendo. Le nostre vite sono così, e come essere sotto il dominio di onde portentose. Abbiamo bisogno di una grande quantità di meriti al fine di rimanere stabili e non essere spazzati via da quell’onda. Il Monaco pensò, “Non è esattamente questo ciò per cui sono rimasto intrappolato in passato?” Egli riuscì ad essere ben consapevole in quel momento; Vide il manifestarsi del contatto e della sensazione in base a quello che i suoi occhi avevano visto, ma non permise al quel processo di svilupparsi ulteriormente oltre quel punto. Si fermò per un attimo , si sedette e cominciò a contemplare ciò che accade in questa vita sulla base di quello che aveva appena realizzato; Egli riuscì così a liberarsi dalle contaminazioni. Vedete, è proprio questo talento che ogni persona dovrebbe coltivare dentro di Sé.
Questo Dhamma ha il potere di annientare completamente l’ignoranza di una persona. Esso può sradicare la stupidità, sviluppare la saggezza e portarci verso la liberazione. Il Buddha ha spiegato il sorgere del ‘Mondo’, e quel monaco non permise al suo ‘Mondo’ di sorgere.
Bhikkhu Nyanananda.
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