Attenzione e non attenzione:Il pragmatismo della meditazione buddhista

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tatra idaṃ nissāya idam pajahatha’,

“Perciò, sulla base di questo, abbandonate questo”

Questo principio, contenuto nel Saḷāyatanavibhaṅgasutta, raffigura una dualità tra attenzione, manasikāra e non-attenzione, amanasikāra.

Vale a dire, il principio di base di questo discorso riguarda il metodo di incoraggiare la non-attenzione verso oggetti grossolani, invitando a portare l’attenzione verso oggetti più sottili.
Sembra quindi che entrambi, attenzione e non-attenzione, giochino un ruolo importante in tale processo. Al fine di eliminare una cosa tramite la non-attenzione, viene raccomandato di dirigere l’attenzione verso qualcos’altro.
A fini della non-attenzione verso qualcosa di grossolano, si porterà l’attenzione a qualcosa di più sottile; ma non è tutto: anche quel qualcosa di più sottile verrà espulso (dal campo dell’attenzione) per mezzo di qualcosa di ancora più sottile. Abbiamo qui una tecnica meravigliosa, basata sui due principi di pragmatismo e relatività.
Questi due termini comprendono l’intera gamma del percorso di pratica Buddhista.
“Pragmatico” significa “avente uno scopo pratico”, e “relativo” significa “in rapporto a qualcos’altro”, cioè come un mezzo avente un fine e non come fine a se stesso. Quindi, in questo sistema di pratica tutto ha un valore pragmatico e relativo.

 

-Venerabile Bhikkhu Kaṭukurunde Ñāṇananda.

Estratto da: “Nibbāna, The Mind Stilled”

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