Il testamento spirituale del Buddha

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Di seguito, alcuni estratti dal Mahā­pari­nib­bā­na­sutta (DN,16) su come mantenere l’armonia nella comunità dei praticanti, la preservazione del Dhamma ed i criteri per accertare se un insegnamento sia o meno congruo con quanto insegnato dal Buddha. il testo completo qui:

Come prevenire il declino del Sangha e mantenere l’armonia:

“E’ da aspettarsi una crescita dei monaci, non un loro declino finché essi:

1. si riuniranno frequentemente e in grande numero;

2. si incontreranno, si disperderanno in pace e si occuperanno degli affari del Sangha in concordia;

3. non esporranno ciò che non è stato esposto e non ometteranno ciò che è stato esposto;

4. stimeranno, mostreranno rispetto e venerazione verso i monaci anziani, quelli di lunga pratica, i padri e i capi del Sangha;

5. non cadranno nel potere dell’invidia insaziabile che conduce ad una nuova rinascita;

6. ameranno la foresta come loro dimora;

7. finché si stabiliranno nella presenza mentale.

Se queste sette condizioni che conducono al benessere perdureranno tra i monaci e i monaci saranno conosciuti per esse, potremo aspettarci una loro crescita, non un loro declino.

La guida dell’ordine: Il Dhamma come sistema autosufficiente 

“Che cosa la comunità dei monaci aspetta ancora da me, Ananda? Ho insegnato il Dhamma senza fare distinzione fra dottrina esoterica ed essoterica; non c’è nulla ancora da insegnare. Chiunque crede di poter condurre la comunità dei monaci, o che la comunità dipende da lui, è lui che dovrebbe lasciare delle ultime istruzioni ad essi. Ma, Ananda, il Tathāgata non ha nessuna idea di dover condurre la comunità dei monaci, o che la comunità debba dipendere da lui. Quali istruzioni dovrebbe dare alla comunità dei monaci?

I Quattro grandi  standard per riconoscere l’insegnamento genuino [1]

“Quali sono, o monaci, i quattro grandi standard?

1. Ecco o monaci, Un certo monaco potrebbe affermare: ‘Proprio dalla bocca del Sublime io ho udito tale discorso, proprio dal lui ho appreso -Così è il Dhamma, così è la disciplina, questo è l’insegnamento del Maestro’- Le parole di questo monaco non dovrebbero essere né accettate con entusiasmo né rifiutate con avversione; Evitando sia un’accettazione entusiastica che un rifiuto astioso, dopo aver appreso correttamente tali affermazioni e spiegazioni semantiche, tali affermazioni dovrebbero essere confrontate con i sutta ed il Vinaya;

“Se, confrontate con i Sutta ed il Vinaya, queste parole non si accordano con i Sutta e con il Vinaya, allora potrete giungere alla conclusione: Sicuramente non è questa la parola del Sublime e ciò è stato erroneamente inteso da quel monaco. A questo punto voi potrete rifiutare tale insegnamento.”

“Se, confrontate con i Sutta e con il Vinaya, queste parole risultano coincidere con i Sutta e con il Vinaya, allora potrete giungere alla conclusione: Sicuramente questa è la parola del Sublime e ciò è stato inteso correttamente da quel monaco. A questo punto voi potrete accettare ciò.”

[Lo stesso schema viene ripetuto in relazione alle affermazioni di un grande gruppo di monaci anziani, un gruppo di medie dimensioni ed un singolo monaco insegnante]

Fare si se stessi un rifugio: I Quattro fondamenti della consapevolezza:

“Perciò, Ananda, siate delle isole per voi stessi, dei rifugi per voi stessi, e non cercate nessun rifugio esterno; il Dhamma la vostra isola, il Dhamma il vostro rifugio, non cercate altro rifugio.

“E come, Ananda, un monaco è un’isola per sé, un rifugio per sé, e non cerca nessun altro rifugio; il Dhamma la sua isola, il Dhamma il suo rifugio, non cerca nessun altro rifugio?

“Quando dimora nella contemplazione del corpo nel corpo, in stato di comprensione chiara ed attenta, dopo avere sormontato il desiderio ed il dispiacere rispetto al mondo; quando dimora nella contemplazione delle sensazioni nelle sensazioni, della mente nella mente, degli oggetti mentali negli oggetti mentali, in stato di comprensione chiara ed attenta, dopo avere sormontato il desiderio ed il dispiacere rispetto al mondo, allora, in verità, è un’isola per sé, un rifugio per sé, non cerca rifugio esterno; avendo il Dhamma come sua isola, il Dhamma come suo rifugio, non cerca altro rifugio.

“Questi miei monaci, Ananda, adesso o dopo la mia dipartita, saranno così un’isola per loro stessi, un rifugio per loro stessi, non cercheranno altro rifugio ; chi, avendo il Dhamma come sua isola e rifugio, non cercherà altro rifugio: perciò diventeranno più saggi, se hanno il desiderio di conoscere.”

Prendere il Dhamma e la disciplina come il proprio Maestro.

Il Sublime si rivolse al Venerabile Ananda, dicendo: “è probabile, Ananda che a qualcuno venga il pensiero: ‘Finita è la parola del Maestro; non abbiamo più un Maestro.’ Ma non bisogna vedere così le cose. Perché ciò che ho proclamato e fatto conoscere come il Dhamma e la Disciplina, sarà vostro Maestro dopo la mia dipartita.

Quale sentiero seguire?

Il Sublime prese la parola, dicendo: “In ogni Dhamma e Disciplina, Subhadda, dove non si trova il Nobile Ottuplice Sentiero, non si troverà un vero asceta del primo, secondo, terzo o quarto grado della liberazione. Ma in ogni Dhamma e Disciplina dove si trova il Nobile Ottuplice Sentiero, là si trova un vero asceta del primo, secondo, terzo e quarto grado della liberazione.

L’esortazione finale:

Il Sublime si rivolse ai monaci, dicendo: “Siate sempre presenti mentalmente, monaci, vi esorto: ‘Tutti i condizionanti sono incostanti, applicatevi con diligenza!”

Note:

1: Il mahāpadesa (Grande autorità) descritto nei sutta è il più importante insieme di principi per determinare cosa è o non è da considerare come l’insegnamento del Buddha. Il Buddha disse che diverse persone, dopo la sua morte avrebbero affermato che certe idee e certi insegnamenti furono trasmessi da lui, sulla base di alcune considerazioni, come ad esempio, 1) aver sentito tale insegnamento dal Signore Buddha stesso, 2) aver sentito tale insegnamento da un Sangha avente un monaco anziano come leader, 3 ) averlo sentito da un gruppo di monaci anziani dotti ed esperti del Dhamma e del Vinaya, o 4) o di aver sentito pronunciare tale insegnamento da un certo dotto monaco esperto nel Dhamma e Vinaya.

Il Buddha consigliò che a prescindere dall’autorità vantata, “le parole di quel monaco (o predicatore) non sono da accogliere con favore né da disprezzare, ma la lettera e lo spirito di ciò che è stato asserito devono essere ben studiate, e confrontate con quanto affermato nei sutta e nel Vinaya. “I Sutta (lett. “filo”,i discorsi) sono le registrazioni dei discorsi del Buddha e di alcuni suoi principali discepoli, Il Vinaya è la disciplina monastica impartita gradualmente dal Buddha ai suoi monaci e monache. (Notare che l’ “Abhidhamma” non esisteva ancora).

-Buddhadasa Bhikkhu.

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