“Il corpo è simile alla schiuma, le sensazioni bollicine, le percezioni un miraggio, le intenzioni un tronco vuoto, la cognizione un’illusione: così Il Buddha ha insegnato [a considerare le cose]”.
“Pheṇapiṇḍūpamaṃ rūpaṃ, vedanā bubbuḷūpamā; Marīcikūpamā saññā, saṅkhārā kadalūpamā; Māyūpamañca viññāṇaṃ, desitādiccabandhunā”.
-Pheṇapiṇḍūpamasutta, SN 22.95
Preparazione:
Assumi una postura fisica che sia il più possibile comoda e che ti faccia stare bene e tuo agio; osserva lo stato psicofisico in cui ti trovi proprio in questo momento. chiediti: come mi sento adesso? qualunque sia lo stato d’animo in cui ci troviamo in questo momento, lo accettiamo così come è, senza respingerlo né inseguirlo.
1: Il corpo:
Portiamo l’attenzione al corpo: percorriamo con l’attenzione il nostro corpo, dalla sommità fino alla base, in ogni sua parte. Com’è l’esperienza corporea? cosa c’è in questo momento? forse sentiamo pesantezza, rigidità, un leggero disagio, o magari benessere e rilassatezza (l’elemento terra); magari sentiamo caldo o freddo (il fuoco), o resilienza e rilassatezza (l’acqua); osserviamo quindi il fluire del respiro: com’è il respiro? forse e contratto ed affannoso, o magari è disteso e fluido: osserviamo l’elemento vento, il dinamismo…
2: Sensazioni:
Portiamo ora l’attenzione alle sensazioni: cosa stiamo sentendo a livello sensoriale? in che modo gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno stanno condizionando il nostro sentire? ascoltiamo i “mi piace”, i “non mi piace” ed i “non mi interessa” che si stanno formando dentro di noi. Lasciamo che questi si manifestino, senza interferire nello loro dinamica, limitandoci ad osservarli nel loro sorgere, evolversi e svanire..
3: percezioni:
Osserviamo quindi la percezione: in che modo la mente sta concettualizzando quanto stiamo sperimentando? come stiamo definendo l’esperienza? quali etichette concettuali stiamo sovrapponendo alla nuda realtà? forse stiamo etichettando il presente come “noia”, “strazio” “perdita di tempo”, o al contrario, come “gioia”, “felicità” o “benessere”… Osserviamo il lavorio della mente nell’etichettare in questo o quell’altro modo l’esperienza soggettiva senza interferire, permettendo alle percezioni di nascere, evolversi e svanire in accordo alla loro natura..
4: intenzioni
Portiamo ora l’attenzione alle intenzioni: verso cosa mi sta spingendo tutto ciò? quali intenzioni e desideri si stanno formando sulla base delle sensazioni e delle percezioni? cosa sto desiderando? forse la sensazione sgradevole ha fatto sorgere in noi la repulsione, il desiderio di fare altro, di non essere dove siamo, di evitare tutto ciò in futuro, o magari il benessere provato ci sta facendo desiderare di continuare questa esperienza, di ripeterla, di ricrearla di futuro…ascoltiamo la proliferazione delle intenzioni senza giudicare: limitiamoci ad osservarne con consapevolezza la comparsa, il perdurare ed il mutare con il mutare degli eventi..
5: cognizione
Osserviamo quindi la cognizione, la coscienza soggettiva: in che modo corpo, sensazioni, percezioni ed intenzioni stanno plasmando il mio personale senso di essere un Io? in che modo sto definendo me stesso sulla base delle esperienze sensoriali? in che modo i desideri sorti nella mia mente stanno plasmando l’idea che ho di me? osserviamo la mente mentre si identifica con quanto stiamo provando: “Io sono…triste, Io sono …arrabbiato, Io sono stanco..Io sto bene..Io sono felice…”
Osserviamo tutto ciò senza giudizi si sorta, notando come i cinque aggregati sorgano, si sviluppino e dissolvano in accordo alla loro natura; contempliamone la realtà incostante, mutevole, instabile..
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