Saṅgāravasutta: I cinque ostacoli

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Saṃyutta Nikāya 46

6. Sākacchavagga

55. Saṅgāravasutta

A Sāvatthi: il Bramino Saṅgārava si recò là dove si trovava il Beato, e avendolo avvicinato, scambiò con lui saluti cordiali e parole amichevoli, sedendosi poi al suo fianco; quindi, il Bramino Saṅgārava disse al Beato:

«Amico Gotama, qual è la causa, qual è la condizione per via della quale i mantra (sacri inni), pur essendo stati recitati per un lungo tempo, non vengono ricordati, per non parlare di quelli non recitati da lungo tempo? E inoltre, qual è la causa, qual è la condizione per via della quale i mantra, pur non essendo stati recitati per un lungo tempo vengono facilmente ricordati, per non parlare di quelli recitati da lungo tempo? [1]» .

1.Desiderio di piacere

«Bramino, un individuo con la mente ossessionata dal desiderio sensuale, dominata dal desiderio sensuale, è incapace di comprendere secondo realtà il sorgere e lo svanire del desiderio sensuale stesso; in quel momento, egli non è in grado di comprendere, di vedere secondo realtà il proprio bene, né il bene altrui, né il bene di entrambi. Così, i mantra, pur essendo stati recitati per un lungo tempo, non vengono ricordati, per non parlare di quelli non recitati da lungo tempo.

Bramino, e come se vi fosse una bacinella ricolma d’acqua intrisa di lacca, curcuma, colorante blu o porpora, e un uomo dotato di buona vista desiderasse osservarvi l’immagine del proprio volto: egli non riuscirebbe né a vedere né a riconoscere il proprio volto per come esso realmente è; similmente, un individuo con la mente ossessionata dal desiderio sensuale, dominata dal desiderio sensuale, è incapace di comprendere secondo realtà il sorgere e lo svanire del desiderio sensuale stesso; in quel momento, egli non è in grado di comprendere, di vedere secondo realtà il proprio bene, né il bene altrui, né il bene di entrambi. Così, i mantra, pur essendo stati recitati per un lungo tempo, non vengono ricordati, per non parlare di quelli non recitati da lungo tempo.

2.Avversione

Inoltre, Bramino, un individuo con la mente ossessionata dall’avversione, dominata dall’avversione, è incapace di comprendere secondo realtà il sorgere e lo svanire dell’avversione stessa; in quel momento, egli non è in grado di comprendere, di vedere, secondo realtà il proprio bene, né il bene altrui, né il bene di entrambi. Così, i mantra, pur essendo stati recitati per un lungo tempo, non vengono ricordati, per non parlare di quelli non recitati da lungo tempo.

Bramino, come si vi fosse una bacinella ricolma d’acqua messa a scaldare sul fuoco, bollente e ribollente, e un uomo dotato di buona vista desiderasse osservarvi l’immagine del proprio volto: egli non riuscirebbe né a vedere né a riconoscere il proprio volto per come esso realmente è; similmente, un individuo con la mente ossessionata dall’avversione, dominata dall’avversione, non è in grado di comprendere secondo realtà il sorgere e lo svanire dell’avversione; in quel momento, egli non è in grado di comprendere, di vedere, secondo realtà il proprio bene, né il bene altrui, né il bene di entrambi. Così, i mantra, pur essendo stati recitati per lungo tempo, non vengono ricordati, per non parlare di quelli non recitati da lungo tempo.

3.Pigrizia e torpore

Inoltre, Bramino, un individuo con la mente ossessionata da pigrizia e torpore, dominata da pigrizia e torpore, è incapace di comprendere secondo realtà il sorgere e lo svanire di pigrizia e torpore; in quel momento, egli non è in grado di comprendere, di vedere secondo realtà il proprio bene, né il bene altrui, né il bene di entrambi. Così, i mantra, pur essendo stati recitati per un lungo tempo, non vengono ricordati, per non parlare di quelli non recitati da lungo tempo.

Bramino, come se vi fosse una bacinella ricolma d’acqua coperta da piante acquatiche e alghe, e un uomo dotato di buona vista desiderasse osservarvi l’immagine del proprio volto: egli non riuscirebbe né a vedere né a riconoscere il proprio volto per come esso realmente è; similmente, un individuo con la mente ossessionata da pigrizia e torpore, dominata da pigrizia e torpore, è incapace di comprendere secondo realtà il sorgere e lo svanire di pigrizia e torpore; in quel momento, egli non è in grado di comprendere, di vedere secondo realtà il proprio bene, né il bene altrui, né il bene di entrambi. Così, i mantra, pur essendo stati recitati per un lungo tempo, non vengono ricordati, per non parlare di quelli non recitati da lungo tempo.

4.Agitazione e inquietudine

Inoltre, Bramino, un individuo con la mente ossessionata da agitazione e inquietudine[2], dominata da agitazione e inquietudine, è incapace di comprendere secondo realtà il sorgere e lo svanire di agitazione e inquietudine; in quel momento, egli non è in grado di comprendere, di vedere, secondo realtà il proprio bene, né il bene altrui, né il bene di entrambi. Così, i mantra, pur essendo stati recitati per un lungo tempo, non vengono ricordati, per non parlare di quelli non recitati da lungo tempo.

Bramino, come se vi fosse una bacinella ricolma d’acqua mossa dal vento, agitata, vorticante, ondosa, e un uomo dotato di buona vista desiderasse osservarvi l’immagine del proprio volto: egli non riuscirebbe né a vedere né a riconoscere il proprio volto per come esso realmente è; similmente, un individuo con la mente ossessionata da agitazione e inquietudine, dominata da agitazione e inquietudine, è incapace di comprendere secondo realtà il sorgere e lo svanire di agitazione e inquietudine; in quel momento, egli non è in grado di comprendere, di vedere secondo realtà il proprio bene, né il bene altrui, né il bene di entrambi. Così, i mantra, pur essendo stati recitati per un lungo tempo, non vengono ricordati, per non parlare di quelli non recitati da lungo tempo.

5.Dubbio scettico

Inoltre, Bramino, un individuo con la mente ossessionata dal dubbio scettico[3], dominata dal dubbio scettico, è incapace di comprendere secondo realtà il sorgere e lo svanire del dubbio; in quel momento, egli non è in grado di comprendere, di vedere secondo realtà il proprio bene, né il bene altrui, né il bene di entrambi. Così, i mantra, pur essendo stati recitati per un lungo tempo, non vengono ricordati, per non parlare di quelli non recitati da lungo tempo.

Bramino, come se vi fosse una bacinella ricolma d’acqua contaminata, torbida, fangosa, conservata in un luogo buio, e un uomo dotato di buona vista desiderasse osservarvi l’immagine del proprio volto: egli non riuscirebbe né a vedere né a riconoscere il proprio volto per come esso realmente è; similmente, un individuo con la mente ossessionata dal dubbio, dominata dal dubbio, è incapace di comprendere secondo realtà il sorgere e lo svanire del dubbio stesso; in quel momento, egli non è in grado di comprendere, di vedere secondo realtà il proprio bene, né il bene altrui, né il bene di entrambi. Così, i mantra, pur essendo stati recitati per un lungo tempo, non vengono ricordati, per non parlare di quelli non recitati da lungo tempo.

(Il Buddha ripete quindi la stessa sequenza, esponendo i benefici dell’assenza dei cinque ostacoli, con le relative cinque similitudini)

I sette fattori del risveglio

Bramino, vi sono questi sette fattori conducenti al risveglio, non ostacolanti, non ostruenti, non inquinanti la mente, i quali, allorché coltivati e sviluppati conducono alla realizzazione della conoscenza e della liberazione. Quali sette? Il fattore risvegliante della consapevolezza (sati), il fattore risvegliante dell’investigazione della realtà (dhamma vicaya), il fattore risvegliante dell’applicazione (viriya), il fattore risvegliante della gioia mentale (pīti), il fattore risvegliante della quiete (passaddhi), il fattore risvegliante del raccoglimento (samādhi), e il fattore risvegliante dell’equanimità (upekkhā) » .

Essendo stato detto ciò, il Bramino Saṅgārava così disse al Beato: «meraviglioso amico Gotama, eccezionale amico Gotama, Il venerabile Gotama mi consideri come un seguace laico che oggi ha preso rifugio in lui fino alla fine dei suoi giorni.»

Note

1: Il riferimento è alla pratica della memorizzazione dei testi sacri e dei mantra tipiche del Bramanesimo, pratica esclusiva dei bramini, i membri della casta sacerdotale

2. Uddhacca-kukuccha: agitazione: si veda la somiglianza con il termine audàcia: s. f. [dal lat. audacia] (pl. -cie). – 1. Qualità di chi o di ciò che è audace: avere, acquistare, mostrare a.; avere l’a. di dire, di fare qualcosa; uomo di grande a.; ammiro la sua a.; l’a. di un’impresa, di una proposta. In qualche caso, sfacciataggine, insolenza: ha avuto l’a. di farmi simili profferte!; ci vuole una bella a. a parlare così. 2. Atto audace, ardito: fu una generosa a. la sua; compì incredibili audacie.

3. Il termine vicikicchā deriva dal verbo ‘cikicchati’, ‘pensare’, ‘ragionare’ preceduto dal prefisso ‘vi’ (vigatā), che in questo contesto assume il significato di ‘disgiunto’. Vicikicchā è il pensare disarmonico, o semplicemente il dubbio/perplessità. Secondo Nina van Gorkom, «Il termine vicikicchā non indica il dubbio come lo intendiamo nel linguaggio convenzionale; vicikicchā è la perplessità concernente la realtà di ‘namarupa’ (nome e forma), il dubbio circa la legge di causa ed effetto, le quattro nobili verità e l’origine dipendente»; secondo il Sabbasava Sutta, (MN2) il dubbio è primariamente uno stato di perplessità esistenziale nato da modalità di pensiero erronee: «E con attenzione non saggia (errata) egli pensa: ‘sono mai esistito nelle epoche passate? O non sono mai esistito? Che cosa sono stato o non sono stato nelle epoche passate? E in che modo sono divenuto quel che allora sono stato? Esisterò’ o non esisterò’ nelle epoche future? E in che modo? Anche il presente lo riempie di dubbi: Esisto o non esisto? Che cosa e come sono? Da dove sono venuto e dove andrò’?»
Non a caso, il Bodhi Sutta (Ud.1.1) associa la comprensione della legge dell’interdipendenza alla risoluzione del dubbio esistenziale:

«Quando gli elementi generanti l’essere si palesano
al saggio risoluto nella meditazione,
tutti i suoi dubbi scompaiono,
allorché egli ha pienamente compreso
i fenomeni e le loro cause.»

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