La vita di Arya Asanga è estremamente esemplificativa per quanto concerne gli insegnamenti Buddistici. Figlio di madre erudita nelle Scrittura Buddhiste, imparò molto dalla madre prima di diventare Monaco. Dopo aver studiato cinque anni, sentì il bisogno di ritirarsi in meditazione, scegliendo di meditare sull’amorevole gentilezza e rimanendo chiuso in una caverna per 12 anni invocandolo ed attendendo la sua apparizione.
Dopo tre anni non aveva ancora visto alcun segno di realizzazione, così pensò che nulla era successo e lasciò l’eremo.
Mentre andava, vide un vecchio che tagliava la roccia con una corda e la roccia diventava calda, anche solo con un pezzo filo.
Poi pensò: “Se anche un solo pezzo di filo può tagliare la roccia, perché io non posso vedere il Buddha Maitreya (l’archetipo dell’amorevole gentilezza)? ” Così, tornò all’eremo a meditare.
Purtroppo, però, anche dopo diversi anni, egli ancora sentiva che nulla era cambiato. Non aveva visto il Buddha Maitreya e così ancora una volta abbandonò il suo ritiro. Di nuovo sulla strada, questa volta vide un luogo in cui un uccello, per entrare e uscire dal nido costruito nella roccia, aveva modificato la roccia con le sue ali, anche se le penne dell’uccello sono così morbide e la roccia così dura. Allora pensò: “Se anche una piuma di un uccello può modellare la roccia, allora deve essere possibile per me vedere Maitreya”.
Così, tornò al suo ritiro per la terza volta. Ma, dopo 3 anni, sentì ancora che non era cambiato nulla. Dopo 12 anni di ritiro, non aveva visto il Buddha Maitreya, e quindi decise di uscire dal ritiro.
Stanco e deluso abbandonò la caverna senza alcun risultato. Alcune ore più tardi, percorrendo una strada polverosa, vide un cane che aveva mezza testa infestata da larve e guaiva dal dolore. Colto da grande compassione pensò di uccidere i vermi per salvare il cane ma si ricordò ben presto che ciò non era permesso. Decise allora di trasferire con la lingua i vermi dalla testa del cane ad un pezzo di carne tagliata dal suo corpo. Tagliato il pezzo di carne dalla sua coscia, si accinse a procedere nell’operazione. Chiuse gli occhi, ma quando li riaprì il cane era sparito e contemporaneamente era apparso Il Buddha Maitreya.
Asanga, pervaso da grande gioia, chiese a Maitreya perché non gli era apparso prima. E questi rispose :
“Anche se scrosci di pioggia e raggi solari sono abbondanti, i semi che non hanno la forza necessaria non riescono a spuntare. Così, quando un Buddha appare, non può essere visto da quelli che hanno la mente oscurata. Prima le tue invocazioni costituivano degli ostacoli, ora è comparso in te un importante fattore, la Grande Compassione, e tu puoi vedere”.
AA.VV.
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