11. samaṇasaññāvagga
103. Micchattasutta
(L’erroneo)
“Micchattaṃ, bhikkhave, āgamma virādhanā hoti, no ārādhanā. Kathañca, bhikkhave, micchattaṃ āgamma virādhanā hoti, no ārādhanā? Micchādiṭṭhikassa, bhikkhave, micchāsaṅkappo pahoti, micchāsaṅkappassa micchāvācā pahoti, micchāvācassa micchākammanto pahoti, micchākammantassa micchāājīvo pahoti, micchāājīvassa micchāvāyāmo pahoti, micchāvāyāmassa micchāsati pahoti, micchāsatissa micchāsamādhi pahoti, micchāsamādhissa micchāñāṇaṃ pahoti, micchāñāṇissa micchāvimutti pahoti. Evaṃ kho, bhikkhave, micchattaṃ āgamma virādhanā hoti, no ārādhanā.
“Monaci, l’erroneo produce il fallimento, non il successo. Ma come, o monaci, l’erroneo produce il fallimento e non il successo?
In colui il quale è presente l’erronea comprensione, sorgerà l’erronea risoluzione;
in colui il quale è presente l’erronea risoluzione, sorgerà l’errata parola;
in colui il quale è presente l’errata parola, sorgerà l’errato agire;
in colui il quale è presente l’errato agire, sorgerà l’errato stile di vita;
in colui il quale è presente l’erroneo stile di vita, sorgerà l’erronea applicazione;
in colui il quale è presente l’erronea applicazione, sorgerà la consapevolezza erronea;
in colui il quale è presente l’erronea consapevolezza, sorgerà l’erroneo raccoglimento;
in colui il quale è presente l’erroneo raccoglimento sorgerà l’erronea conoscenza;
in colui il quale è presente l’erronea conoscenza, sorgerà l’erronea liberazione.
In questo modo, o monaci, l’erronea comprensione produce l’insuccesso, non il successo.”
Sammattaṃ, bhikkhave, āgamma ārādhanā hoti, no virādhanā. Kathañca, bhikkhave, sammattaṃ āgamma ārādhanā hoti, no virādhanā? Sammādiṭṭhikassa, bhikkhave, sammāsaṅkappo pahoti, sammāsaṅkappassa sammāvācā pahoti, sammāvācassa sammākammanto pahoti, sammākammantassa sammāājīvo pahoti, sammāājīvassa sammāvāyāmo pahoti, sammāvāyāmassa sammāsati pahoti, sammāsatissa sammāsamādhi pahoti, sammāsamādhissa sammāñāṇaṃ pahoti, sammāñāṇissasammāvimutti pahoti. Evaṃ kho, bhikkhave, sammattaṃ āgamma ārādhanā hoti, no virādhanā”ti.
“Da ciò che è corretto, o monaci, sorge il successo, non il fallimento. Ma come, o monaci, da ciò che è corretto si manifesta il successo, non il fallimento?
In colui il quale vi è la corretta comprensione, sorgerà la corretta aspirazione;
in colui il quale vi è la corretta aspirazione, sorgerà la corretta parola;
in colui il quale vi è la corretta parola, sorgerà l’azione corretta;
in colui il quale vi è l’agire corretto, sorgerà lo stile stile di vita corretto;
in colui il quale vi è lo stile di vita corretto, sorgerà la corretta applicazione;
in colui il quale vi è la corretta applicazione, sorgerà la corretta consapevolezza;
in colui il quale vi è la corretta consapevolezza, sorgerà il corretto raccoglimento;
in colui il quale vi è il corretto raccoglimento, sorgerà la corretta conoscenza;
in colui il quale vi è la corretta conoscenza sorgerà la corretta liberazione.
In questo modo, o monaci, da ciò che è corretto si manifesta il successo, non l’insuccesso.”
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