“Yo ca mettaṃ bhāvayati,
appamāṇaṃ paṭissato;
Tanū saṃyojanā honti,
passato upadhikkhayaṃ”“Per colui il quale, pienamente consapevole,
coltiva l’amorevole gentilezza senza restrizioni,
i fattori vincolanti diminuiscono,
allorché egli contempla la distruzione degli attaccamenti.”
Mettābhāvanāsutta, Iti 27.
Meditazione sull’amorevole gentilezza:
Rifletti/contempla quanto segue:
1: Coltivare la benevolenza verso se stessi:
Ahaṁ sukhito homi
Possa io essere felice,
Niddukkho homi
Possa io essere libero dalla sofferenza,
Avero homi
Possa io essere libero dal risentimento ( verso me stesso),
Abyāpajjho homi
Possa io esser libero dalla malevolenza ( verso il prossimo),
Anīgho homi
Possa io essere libero dalla confusione,
Sukhī attānaṁ pariharāmi
Possa io prendermi cura di me stesso con facilità..
2: Estendere la benevolenza verso il prossimo
Sabbe sattā sukhitā hontu.
Possano tutti gli esseri viventi essere felici,
Sabbe sattā averā hontu.
Possano tutti gli esseri viventi essere liberi dal risentimento,
Sabbe sattā abyāpajjhā hontu.
Possano tutti gli esseri viventi essere liberi dalla malevolenza,
Sabbe sattā anīghā hontu.
Possano tutti gli esseri viventi essere liberi dalla confusione,
Sabbe sattā sukhī attānaṁ pariharantu.
Possano tutti gli esseri viventi prendersi cura di loro stessi.
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