Studio e pratica: Siri Samanthabhadra Thero

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Nell’Abhidhamma, è detto che la mente ed i pensieri sono due cose diverse. entrambi, la mente e i pensieri, appaiono simultaneamente e svaniscono simultaneamente. Tutto accade simultaneamente. al fine di comprenderli, identificarli come due cose distinte o come una cosa sola non fa molta differenza.

Comunque sia, sono due cose diverse, anche se queste cose non sono molto importanti al fine di ottenere l’emancipazione. Se si vuole ottenere il risveglio, non è necessario conoscere l’Abhidhamma. Kisāgotamī non conosceva l’Abhidhamma, ma tuttavia, era illuminata. Forse Aṅgulimāla conosceva l’Abhidhamma? In tal caso, avrebbe usato la propria spada?

Questo è un sentiero molto pratico. Non è necessario conoscere l’intero Dhamma o il Tipiṭaka (Canone Buddhista) per ottenere l’emancipazione.

Se lo fosse, chi, fra i discepoli del Buddha avrebbe potuto ottenere la liberazione?
Solo Subhadda, in quanto l’ultimo discorso del Buddha era indirizzato a lui. Il Tipiṭaka era completo solo per lui. Se le cose fossero andate così, Subhadda sarebbe stato l’unico e solo a poter diventare Arahant.

Una persona necessita solo un poco di Dhamma. Bisogna ricercare la liberazione, non la dottrina. Bisogna trovare il modo di trascendere il saṃsāra.
Ricercando costantemente, ognuno troverà la modalità adatta a sé.

Perché non hai ancora trovato la tua via verso la libertà? Perché non ha ancora cercato come dovresti. Quando inizierai a cercare, capirai qual è la tua via verso l’emancipazione. Ognuno deve seguire il proprio cammino verso l’emancipazione. Devi trovare la tua scala per la liberazione, la quale è costruita in base alla misura dei tuoi piedi. Il numero di scalini equivale alla tua capacità nell’impegnarti.

Cosa succederebbe se tu ti trovassi sulla scala di qualcun altro? potresti rimanere senza fiato a metà strada, oppure arrampicarti senza alcuno sforzo. In entrambi i casi, ciò sarebbe sbagliato. Devi trovare ciò che meglio ti si adatta. Devi trovare la tua via per liberarti da ogni sofferenza. Devi riflettere in continuazione su come liberarti dal saṃsāra. Devi comprendere il saṃsāra.

Dovresti aspirare alla liberazione. Quello stesso desiderio ti rivelerà il sentiero. Il bisogno di libertà è esso stesso l’ingresso nel sentiero.

Non c’è bisogno di studiare l’Abhidhamma o la disciplina. Ricerca accuratamente il sentiero; in questo modo, identificherai la tua via. In caso contrario, diventerai un ‘Detentore del Dhamma’ senza essere un Arahant.

Potresti conoscere accuratamente tutto ciò che ti ho insegnato, senza aver intrapreso il sentiero. Come un pastore di guardia ad una mandria di bovini altrui che non capisce che sta facendo la cosa sbagliata.

Innanzitutto, devi realizzare il Dhamma. E’ facile da realizzare. Prendersi cura di una mandria è difficile, perché se una mandria si smarrisce, verrai sgridato dal proprietario.

Devi riflettere con costanza su come liberarti dal saṃsāra. I pensieri fluiscono in continuazione nella tua mente; ora rifletti: come liberarsi di essi?, come liberarsi dalla sofferenza?, come liberarsi dal pensare?, come liberarti dalla tristezza?

Arriverai a comprendere che ogni tipo di sofferenza deriva dal fare paragoni; nel mentre, comprenderai che non puoi vivere senza fare paragoni. I paragoni sono necessari. Quindi, ciò che dovresti fare è semplicemente smettere di attaccarti ad essi, senza desiderarli. Questo è ciò che si intende con realizzazione.

Hai continuato a cercare molte cose non necessarie. Subhadda disse al Buddha:

“Makkhali Gośāla afferma così e così, Ajita Kesakambalī afferma così e così..Pakudha Kaccāyana dice questo e quello, Pūraṇa Kassapa afferma che.., Sañjaya Belaṭṭhiputta dice così e così, Nigaṇṭha Nātaputta dice questo e quello..”

Il Buddha rispose:

“Ascolta attentamente ciò che ti dirò: pensare a ciò che dicono gli altri non ha alcun senso. Ora ti insegnerò la via per l’emancipazione, lascia perdere il resto.”

Nell’udire queste parole, Subhadda raggiunse il risveglio. Riesci a capire? Noi cerchiamo sempre di accumulare conoscenze, cerchiamo di diventare dei dotti. Non provate ad imitarmi, pensando: ” Lui conosce il Dhamma, è capace di recitare a memoria tutti i Sutra, anch’io posso farlo”.

Siate contenti dopo aver realizzato, queste sono le istruzioni di tutti i Buddha. I Buddha insegnano sempre ad risvegliarsi, non a diventare dotti.

Nel Bhaddāli sutta, contenuto nel Majjhima Nikāya, è scritto che un monaco di nome Bhaddāli disse al Buddha:

“Signore, in passato vi erano meno precetti da seguire, ora ci hai imposto il precetto di non assumere cibo dopo il mezzogiorno. Ciò non mi sta bene. Non volevo più neanche venire a vederti, tanto sono contrariato da ciò. In passato vi erano molti Arahant, ora vi sono molti più precetti, ma molti meno Arahant. C’è un problema mio Signore.”

Il Buddha rispose:

“E’ vero Bhaddāli, l’Ordine buddhista ha iniziato a deteriorarsi quando i dotti sono aumentati numericamente; essi hanno modificato il Dhamma in accordo ai propri punti di vista, e facendo ciò, hanno deviato dal sentiero. Ora L’ordine è diventato corrotto. Ciò ha portato ad un aumento dei precetti. L’incremento dei precetti significa che l’ordine del Buddha è divenuto corrotto.”

Quando vi è una preponderanza di persone che si comportano male, vi saranno un maggior numero di precetti e regole da seguire. Il monaco Bhaddāli era contrario al precetto sul cibo, probabilmente perché abituato a mangiare di notte. Era abituato a fare ciò, e per questo criticò tale precetto assente in precedenza.

Il deterioramento dell’Ordine fondato dal Buddha implicò l’aumento delle regole. Quando aumentano i dotti, questi interpreteranno il Dhamma, che di conseguenza verrà modificato in accordo ai loro punti di vista.

Diciamo: “Dassanena Sampanno”, “Dotato di visione”. In sintesi, questa è l’entrata nel sentiero del risveglio. Qualcuno ha detto che mettendo da parte i punti di vista, si accede al sentiero. senza neanche conoscere il Dhamma o il Tipiṭaka, senza neanche praticare il sentiero. abbandonare gli inquinanti ti farà entrare nel sentiero del risveglio.

Ti dico di ascoltare questi insegnamenti, e se ti sembrano corretti, di seguire il sentiero. dopo aver raggiunto la liberazione, potrai leggere tutti i libri che vuoi. Altrimenti, anche tu diventerai un dotto esperto.

Essere colti è utile solo per far conoscere la filosofia, sconfiggendo gli avversarsi nei dibatti. Questi due elementi devono essere bilanciati, altrimenti ne verrà fuori una gran confusione.

Se ti chiedo, cos’è più interessante, praticare il sentiero o diventare edotti?

Tu preferiresti essere edotto, così da poter vincere nelle discussioni ed essere apprezzato dagli altri. Per questo vorresti essere un dotto. Ciò farà solo crescere il tuo ego. così, abbandonerai il sentiero e inizierai a comportarti come un mondano.

Devi fare molta attenzione. Se non presti attenzione alla tua mente, il sentiero sparirà. E’ chiaro?
La persona risvegliata agisce differentemente in tali situazioni. Questo sentiero non durerà a lungo, solo fino a quando vi saranno dei realizzati. Senza di essi, anche l’ordine buddhista scomparirà.

Con ‘Ordine Buddhista’, non si intendono il numero di templi o di seguaci; questo termine riguarda soltanto la realizzazione della saggezza. Comunque sia, il libri di Dhamma sopravviveranno a lungo. Perciò, prima entra nella corrente del risveglio, e dopo potrai studiare i testi. Devi seguire il sentiero, al fine di accedere alla corrente del risveglio. Il sentiero non è spiegato nei testi.

Necessiti di una comprensione basilare dei concetti di Dhamma, in caso qualcuno ti facesse delle domande, ma il tuo impegno primario non è di insegnare il Dhamma agli altri ma di realizzarlo da te stesso. Dopo aver fatto ciò, potrai pensare di insegnarlo ad altri.

E’ inutile diventare edotti, ricchi, o potenti; ciò che devi fare è seguire il sentiero. Tutto il resto è inutile ed inefficace, senza la realizzazione. tutto ciò ti renderà solamente una persona vuota.

Quindi, segui il sentiero. non è così difficile.

-Siri Samanthabhadra Thero,
Tratto da: Inner peace, pp. 38-44

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