Hāliddikāni Sutta

lugano.jpg

Saṃyutta Nikāya 22.3
1. Nakulapituvagga

Così ho udito: In una certa occasione il venerabile Mahākaccāna dimorava fra le genti di Avanti, a Kuraraghara, sul pendio di un montagna. Ed il capofamiglia Hāliddikāni si recò là dove si trovava il venerabile Mahākaccāna, ed avendolo raggiunto gli rese omaggio sedendosi poi al suo fianco. Sedendogli affianco, il capofamiglia Hāliddikāni disse al venerabile Mahākaccāna:

«Venerabile Signore, questo fu detto dal Sublime ne ‘Le domande di Māgaṇḍiya’ nell’Aṭṭhakavagga[1]:

 ‘Abbandonata la casa, errando senza dimora,
nei villaggi il saggio non è in intimità con nessuno.
Libero dalle passioni e senza aspettative,
egli si astiene da discussioni con le genti’.

Qual è, venerabile signore, il significato profondo di questo breve discorso del Sublime? »

«La sfera materiale, o capofamiglia, è la dimora della coscienza; l’individuo la cui coscienza è legata dalla bramosia per la sfera materiale è definito ‘uno che girovaga per la casa’. La sfera del sentire è la dimora della coscienza; l’individuo la cui coscienza è legata dalla bramosia per la sfera del sentire è definito ‘uno che girovaga per la casa’. La sfera della percezione è la dimora della coscienza; l’individuo la cui coscienza è legata dalla bramosia per la sfera percettiva è definito ‘uno che girovaga per la casa’. La sfera delle intenzioni è la dimora della coscienza; l’individuo la cui coscienza è legata dalla bramosia per la sfera delle intenzioni è definito ‘uno che vaga per la casa’.

Ma come, o Capofamiglia, uno ‘girovaga senza casa’? Il desiderio, l’avidità, il diletto, la sete, l’attrazione, l’attaccamento mentale, l’insistenza, l’adesione e le tendenze subconscie verso l’elemento della forma…verso l’elemento della sensazione..della percezione..delle intenzioni e della cognizione…sono state abbandonate dal Tathāgata (‘Realizzato’); egli le ha recise alla radice, rese simili ad un moncone di palma, sradicate, incapaci di risorgere ancora. Perciò il Tathāgata è definito ‘girovago senza casa’ (anokasārī). In questo modo, o capofamiglia, uno è un girovago senza casa.

Ed in che modo, o Capofamiglia, uno è un ‘girovago di dimora [in dimora]’ ? Essendo legato al girovagare di dimora [in dimora] in cerca di oggetti visivi, uno è detto ‘girovago di dimora[in dimora]’; essendo legato al girovagare di dimora [in dimora] in cerca di suoni…odori..sapori..oggetti tangibili..ed esperienze mentali..uno è detto essere un ‘girovago di dimora in dimora’.

Ed in che modo, o Capofamiglia, uno è un ‘girovago senza dimora’? Quel legame per il girovagare di dimora in dimora in cerca di oggetti visivi, o capofamiglia, è stato abbandonato dal Tathāgata; egli lo ha reciso alla radice, reso simile ad un moncone di palma, sradicato, incapace di germogliare nuovamente. Perciò, il Tathāgata è detto ‘girovago senza dimora’.  Il legame al girovagare di dimora in dimora in cerca di suoni, odori, sapori, tangibili e esperienze mentali è stato abbandonato dal Tathāgata; egli lo ha reciso alla radice, reso simile ad un moncone di palma, sradicato, incapace di germogliare nuovamente. Così, o Capofamiglia, uno è un ‘girovago senza dimora’.

Ed in che modo, o capofamiglia, uno è in intimità con le genti nel villaggio? Ecco, o capofamiglia, un certo [monaco] dimora in intimità con i laici; egli gioisce con loro e patisce con loro, è felice quando loro sono felici, si addolora quando sono tristi e si lascia coinvolgere in qualunque attività da essi necessiti di essere compiuta.

Ed in che modo, o capofamiglia, uno non è in intimità con le genti del villaggio? Ecco, o capofamiglia, un monaco non dimora in intimità con i laici; egli non gioisce con loro, né patisce con loro, non si rallegra quando loro sono felici, né si addolora quando sono tristi, e non si lascia coinvolgere in alcuna attività necessiti di essere compiuta.

Ed in che modo, o capofamiglia uno non è libero dalla passione? Ecco o capofamiglia, un individuo non si è affrancato dal piacere, non si è affrancato dalla passione, dalla bramosia, dall’affezione, dalla sete, dalla febbre e dalla sete. In questo modo, o capofamiglia, uno non è libero dalla passione.

Ed in che modo, o capofamiglia uno è senza passione? Ecco o Capofamiglia, un individuo si è affrancato dal piacere, dalla passione, dalla bramosia, dall’affezione, dalla sete, dalla febbre e dalla sete. In questo modo, o capofamiglia, uno è libero dalla passione.

E come, o capofamiglia, uno nutre delle aspettative? Ecco, Capofamiglia, se a qualcuno così fosse: ‘Possa io in futuro avere tale aspetto’, ‘possa io in futuro avere tali sensazioni’, ‘possa io in futuro avere tali percezioni’, ‘possa io in futuro avere tali intenzioni’, ‘possa io in futuro avere tale cognizione’. Così, o capofamiglia, è uno che nutre delle aspettative.

E come, o capofamiglia, uno è senza aspettative? Ecco, Capofamiglia, se a qualcuno così non fosse: ‘Possa io in futuro avere tale aspetto’, ‘possa io in futuro avere tali sensazioni’, ‘possa io in futuro avere tali percezioni’, ‘possa io in futuro avere tali intenzioni’, ‘possa io in futuro avere tale cognizione’. Così, o capofamiglia, è uno che non nutre delle aspettative.

E come, o capofamiglia, uno è coinvolto in diatribe verbali con le genti? Ecco o capofamiglia, un certo individuo in questo modo è coinvolto in diatribe verbali:

‘Tu non comprendi questo Dharma e questa disciplina; io invece ho compreso questo Dharma e disciplina; In che modo tu comprenderai questo Dharma e disciplina? sei andato sulla strada sbagliata, io sono sulla retta via. Ciò che bisognava dire prima l’hai detto dopo, ciò  che doveva essere detto dopo da te è stato detto prima. Io sono coerente, tu sei incongruente. Ciò che hai a lungo elaborato è stato confutato! le tue tesi sono state confutate! prova a salvare le tue tesi! Sei finito. Prova ad uscirne fuori, se ne sei capace!’.

 In questo modo, o capofamiglia, uno è coinvolto in diatribe verbali con le gent

E come, o capofamiglia, uno non è coinvolto in diatribe verbali con le genti? Ecco o capofamiglia, un certo individuo non si lascia coinvolgere in diatribe come queste: ‘Tu non comprendi questo Dharma e questa disciplina; io invece ho compreso questo Dharma e disciplina; In che modo tu comprenderai questo Dharma e disciplina? sei andato sulla strada sbagliata, io sono sulla retta via. Ciò che bisognava dire prima l’hai detto dopo, ciò  che doveva essere detto dopo da te è stato detto prima. Io sono coerente, tu sei incoerente. Ciò che hai a lungo elaborato è stato confutato! le tue tesi sono state confutate! prova a salvare le tue tesi! Sei finito. Prova ad uscirne fuori, se ne sei capace!’.

 In questo modo, o capofamiglia, uno è coinvolto in diatribe verbali con le genti.

Così. o capofamiglia, ciò che è stato detto dal Bhagavan nell’ottavo capitolo, nelle domande di Māgaṇḍiya:

‘ Abbandonata la casa, errando senza dimora,
nel villaggio il saggio non è in intimità con nessuno.
libero dalle passioni, senza aspettative,
non si lascia coinvolgere il diatribe con il volgo’.

Capofamiglia, questo è il senso di quel breve enunciato del Bhagavan, e così deve essere compreso nel dettaglio.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Sito web creato con WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: