Pamādavihārīsutta – Vivere Negligentemente

Pamādavihārīsutta, Vivere Negligentemente
saṃyutta nikāya 35.9710.
saḷavagga


Il Buddha spiega ad un gruppo di monaci cosa significhi vivere negligentemente oppure secondo il principio etico e spirituale della diligenza o attenzione sollecita (appamāda)[1].

Monaci, vi parlerò di chi vive negligentemente e di chi vive diligentemente. Ascoltate ciò.. In che modo, monaci, uno vive negligentemente?

In chi vive senza esercitare autocontrollo sulla facoltà visiva, la mente diviene contaminata in relazione ad oggetti conoscibili tramite l’occhio. In una mente contaminata, non c’è letizia. Senza letizia, non c’è gioia. Senza gioia, non c’è serenità.Senza serenità, c’è il dukkha. Nel sofferente, la mente non diventa raccolta. In una mente priva di raccoglimento, i dhammā (fenomeni) non divengono manifesti [per come sono in realtà]. Per via del fatto che i fenomeni non sono manifesti, egli viene considerato come ‘uno che vive negligentemente’.

[Il Buddha ripete lo stesso concetto in riguardo delle altre facoltà sensoriali].
E come, monaci, uno dimora diligentemente? In chi vive esercitando autocontrollo sulla facoltà visiva, la mente non viene contaminata in relazione ad oggetti conoscibili tramite l’occhio.
In una mente incontaminata, sorge letizia. In chi è lieto, sorge la gioia. Con la mente gioiosa, il corpo diviene sereno. Colui che è sereno nel corpo, dimora felice. La mente di chi è felice diventa raccolta. In una mente raccolta, i dhammā diventano manifesti [per come sono in realtà]. Per via del fatto che i dhammā gli sono manifesti, egli è considerato come ‘uno che vive diligentemente’. In questo modo, monaci, uno dimora diligentemente.

[Il Buddha ripete lo stesso concetto in riguardo delle altre facoltà sensoriali].

Note

1.Il termine appamāda (da a+ pamāda, letteralmente ‘non distrazione’), indica la capacità di essere sollecitamente consapevoli a quanto sta accadendo a livello fisico, sensoriale e mentale, al fine di poter riconoscere, comprendere e lasciare andare gli elementi generanti dukkha.appamāda è legata alla pratica della moralità, in quanto previene l’agire sulla base delle afflizioni mentali quali la rabbia, la brama, l’ignoranza, la paura, l’orgoglio eccetera.La funzione dell’ appamāda è di prevenire il prodursi di azioni (karma), fisiche, verbali e mentali, eticamente sensibili, potenzialmente causa di sofferenza, per se stessi e il prossimo.

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