
Paṭhamasamudda Sutta
L’Oceano,
Samyutta Nikāya 35.228
“L’Oceano, l’Oceano’, così, monaci, afferma l’inesperto Puthujjana. Ma per la Disciplina del Nobile, quella è solo una grande massa d’acqua, un grande mare d’acqua. Monaci, per la persona l’occhio è l’Oceano, e la sua corrente è costituita di immagini[1].
Chi resiste alla corrente fatta di immagini è detto uno che ha attraversato l’Oceano dell’occhio con le sue onde, i suoi vortici, i suoi squali e le creature mostruose. Avendo attraversato, essendo andato oltre, il brahmana si erge sulla terra ferma.
Monaci, per la persona la lingua è l’Oceano, e la sua corrente è costituita di sapori …
Monaci, per la persona, la mente è l’Oceano e la sua corrente è costituita di pensieri. Chi resiste alla corrente fatta di pensieri è detto uno che ha attraversato l’Oceano della mente con le sue onde, i suoi vortici, i suoi squali e le creature mostruose. Avendo attraversato, essendo andato oltre, il brahmana si erge sulla terra ferma.
Così parlò il Beato; avendo detto ciò, il Ben-andato, il Maestro disse:
“Colui che ha attraversato questo Oceano,
così difficile da attraversare,
con i suoi squali, i suoi mostri e le sue onde , con i suoi vortici e i suoi pericoli,
il Maestro Della Conoscenza che ha vissuto la via spirituale,
raggiunto la fine del mondo,
è detto “Uno che è andato oltre”.
Note
1Rūpamaya: Rūpa +maya; Il sostantivo rūpa deriva dalla stessa radice sanscrita ‘rup’ di rūppati (deteriorarsi, donde il latino rumpo) Questa parentela etimologica va perduta nelle traduzioni. Dal Khajjanīasutta, SN 22.79
“Ruppatīti kho, bhikkhave, tasmā ‘rūpan’ti vuccati”:
“Si rompe, o monaci, perciò è chiamato rūpa” (forma).
L’aggettivo maya significa semplicemente ‘fatto di’ , ‘costituito di’.
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