Meditazione e Visione


Il Beato disse: “Cos’è, monaci, il Nobile Retto Samādhi con i suoi prerequisiti e le sue condizioni ?Qualunque tipo di univocità mentale dotata di questi sette fattori: corretta visione*, corretta intenzione, corretta parola, corretta azione, corretto stile di vita, corretta applicazione, corretta consapevolezza: ciò è detto il Nobile Retto Samādhi con i suoi prerequisiti e le sue condizioni.
Perciò, monaci, la corretta visione è il precursore [del Samādhi].Ma in che modo la corretta visione è il precursore [del Samādhi]?

Quando uno comprende l’errata visione come errata visione e la correttezza visione come corretta visione: quella è la sua corretta visione.
Ma cos’è, monaci, la corretta visione? in realtà Io vi dico che ci sono due forme di corretta visione: c’è una corretta visione accompagnata dalle oscurazioni, conducente all’acquisizione del merito, avente come risultato l’acquisizione dei sostrati a rinnovata esistenza. e vi è una corretta visione nobile, libera dalle oscurazioni, trascendente il mondo, fattore del sentiero.

Ma cos’è, monaci, la corretta visione accompagnata dalle oscurazioni? ‘esiste il dono, esiste l’offerta esiste il sacrificio, esistono felicità e sofferenza come frutto e risultato delle azioni, esiste questo mondo, esiste l’altro mondo, esiste la madre, esiste il padre, esistono esseri nati spontaneamente, esistono in questo mondo degli asceti e bramini buoni e virtuosi i quali avendo realizzato da se stessi tramite conoscenza diretta, dichiarano l’esistenza di questo mondo e del mondo aldilà’.

E qual è, monaci, la nobile corretta visione, libera dalle oscurazioni, trascendente il mondo, fattore del sentiero? la saggezza, la facoltà della saggezza, il potere della saggezza: l’investigazione della realtà come fattore conducente al risveglio; la corretta comprensione che è parte del sentiero, propria della mente nobile, libera dalle contaminazioni, dotata del nobile sentiero, intenta allo sviluppo del nobile sentiero; questa è la nobile corretta visione, libera dalle oscurazioni, trascendente il mondo.

Ed egli perciò si applica nell’abbandono dell’errata visione e nel realizzare la corretta visione: questa è la sua corretta applicazione.

Ed egli, consapevole abbandona l’errata visione, consapevole realizza la corretta visione: questa è la sua corretta consapevolezza.
Così, questi tre elementi -corretta visione, corretta applicazione e corretta consapevolezza- accompagnano e ruotano attorno alla corretta visione: corretta visione, corretta applicazione e corretta consapevolezza.”
-Mahācattārīsakasutta, MN117.

*“Cos’è, monaci, la corretta visione? la comprensione della sofferenza, dell’origine della sofferenza, della cessazione della sofferenza e del sentiero conducente alla cessazione della sofferenza: questa, monaci, è chiamata corretta visione.”
-Magga-vibhanga Sutta, SN, 45.8

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