Sulla malevolenza

“In colui il quale, pienamente consapevole, coltiva l’illimitata amorevole gentilezza, si affievoliscono i legami, allorché egli contempla la distruzione degli attaccamenti.”
Mettābhāvanāsutta, Iti 27

La malevolenza, Ajahn Brahmavamso.

La malevolenza si riferisce al desiderio di punire, nuocere o distruggere. Include il puro odio verso una persona, o persino verso una situazione, e può generare così tanta energia da essere allo stesso tempo attraente e dare assuefazione. Quando si esprime appare sempre giustificata perché il suo potere è tale che facilmente corrompe la nostra capacità di giudicare correttamente. Include anche la malevolenza verso se stessi, meglio nota come senso di colpa, che nega a se stessi ogni possibilità di felicità.

Nella meditazione, la malevolenza può apparire come disgusto verso l’oggetto stesso di meditazione, rifiutandolo tanto che la propria attenzione è costretta a vagare altrove. Il Buddha associava la malevolenza all’essere malati.

Proprio come l’infermità priva della libertà e della felicità della salute, così la malevolenza nega la libertà e la felicità della pace. La malevolenza è superata applicando Mettā, gentilezza amorevole.

Quando c’è malevolenza verso una persona, metta insegna a vedere in quella persona più di tutto ciò che ci urta, per capire perché quella persona ci ferisce (spesso perché si ferisce intensamente da sola) e incoraggiare a mettere da parte il proprio dolore per guardare gli altri con compassione.
Ma se questo è più di quanto si possa fare, metta verso se stessi conduce a rifiutarsi di dimorare nella malevolenza verso quella persona, così da impedire di nuocerci nuovamente ricordando quei fatti.
Allo stesso modo, se c’è della malevolenza verso se stessi, La Mettā vede oltre i nostri sbagli, può capirli e trovare il coraggio di perdonarli, imparando una lezione e lasciandoli andare. Inoltre, se c’è malevolenza verso l’oggetto di meditazione (spesso è il motivo per cui coloro che meditano non riescono a trovare pace) metta abbraccia l’oggetto di meditazione con attenzione e piacere.
Proprio come una madre, ad esempio, ha una naturale metta verso il proprio figlio, allo stesso modo coloro che meditano possono guardare al proprio respiro con la stessa qualità di attenzione amorevole.
Quindi sarà abbastanza improbabile perdere il respiro a causa della dimenticanza come è improbabile per una madre dimenticarsi il proprio figlio in un centro commerciale, e sarà altrettanto improbabile lasciare cadere il respiro a causa di alcuni pensieri distraenti come è improbabile per una madre distratta lasciar cadere il proprio figlio!

Quando la malevolenza è superata, allora sono possibili relazioni durature con altre persone, con se stessi e, nella meditazione, una relazione duratura e piacevole con l’oggetto di meditazione, che può maturare nell’abbraccio pieno del completo assorbimento.

Tre meditazione sull’amorevole Gentilezza (Mettābhavana) tratte dal Paṭisambhidāmagga

Mettākathā, Commentario sull’Amorevole Gentilezza

“C’è una liberazione della mente tramite l’amorevole gentilezza la quale è caratterizzata da un intento generico, una liberazione della mente tramite l’amorevole gentilezza caratterizzata da un intento specifico, e una liberazione della mente tramite l’amorevole gentilezza caratterizzata da un intento direzionato.
La liberazione della mente tramite l’amorevole gentilezza con intento generico ha cinque aspetti; la liberazione della mente tramite l’amorevole gentilezza con intento specifico ha sette aspetti; liberazione della mente tramite l‘amorevole gentilezza con intento direzionato ha dieci aspetti.

1. I cinque aspetti della liberazione della mente tramite l’amorevole gentilezza con intento generico:
(contempla quanto segue):

Possano tutti gli esseri dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità;

possano tutte le creature viventi dimorare libere dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano esse dimorare nella felicità;

possano tutti gli esseri già nati dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità;

possano tutti gli individui dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità;

possano tutte le persone dimorare libere dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità.

2. I sette aspetti della liberazione della mente tramite l’amorevole gentilezza con intento specifico:(contempla quanto segue):

possano tutte le donne dimorare libere dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano esse dimorare nella felicità;

possano tutti gli uomini dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità;
possano tutti gli esseri [spiritualmente] nobili dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità;
possano tutti gli esseri non nobili dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità;
possano tutti gli esseri divini dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità;
possano tutti gli esseri umani dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità;
possano tutti gli indigenti dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità.

3. I dieci aspetti della liberazione della mente tramite l’amorevole gentilezza con intento direzionato:(contempla quanto segue):

Possano tutti gli esseri che vivono ad est, dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità;
possano tutti gli esseri che vivono ad ovest, dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità;
possano tutti gli esseri che vivono a nord, dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità;
possano tutti gli esseri che vivono a sud, dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità;
possano tutti gli esseri che vivono a nordest, dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità;
possano tutti gli esseri che vivono a sudest, dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità;
possano tutti gli esseri che vivono a nordovest, dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità;
possano tutti gli esseri che vivono a sudovest, dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità;
possano tutti gli esseri che vivono nella direzione dello zenit, dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità;
possano tutti gli esseri che vivono nella direzione del nadir, dimorare liberi dall’inimicizia, dal risentimento, dall’angoscia, e possano essi dimorare nella felicità.
Paṭisambhidāmagga,yuganaddhavagga.

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