Metafisica e Praxis buddhista: Che fare?

«Monaci, se asceti di altre scuole vi domandassero: ‘Amici, conducete voi la vita spirituale sotto la guida dell’asceta Gotama per ottenere una rinascita nel reame divino?’, in tal caso, non sareste voi inorriditi, contrariati e disgustati?»

«Certamente, Signore».

«Così, Monaci, dal momento che vi sentite inorriditi, contrariati e disgustati dall’esistenza divina, da bellezza, felicità, gloria e autorità divine, a maggior ragione dovreste essere inorriditi, contrariati e disgustati da una condotta fisica, verbale e mentale malsana».

-Devalokasutta, AN 3.18

Secondo la cosmologia vedica, adottata e in parte riadattata dai primi buddhisti, l’universo è costituito da diversi piani d’esistenza, terreni e divini; nell’India pre-buddhista, la pratica meditativa era considerata un viatico per accedere agli stati d’esistenza divini; questa concezione metafisica della meditazione venne assimilata nel sistema dottrinale buddhista costituitosi dopo la morte del Buddha.

Tuttavia, per il Buddhismo, lo scopo principale della meditazione rimase sempre l’acquisizione della conoscenza liberante. Per quanto concerne quegli aspetti più marcatamente metafisici della dottrina buddhista, in ambito scolastico (Abhidhamma e commentari), si svilupparono due diverse modalità interpretative: una letterale e una metaforica.

La cosa singolare del sistema buddhista è che queste due modalità hanno da sempre coesistito in un unico sistema in cui l’una non escludeva l’altra.

In merito al problema relativo agli elementi metafisici del buddhismo, come ad esempio la rinascita, come dovrebbe comportarsi un praticante occidentale del ventunesimo secolo?

Oggigiorno, possiamo osservare una pluralità di approcci: dal tradizionalista al secolare, dal modernista al riformista eccetera. L’approccio tradizionalista accetta come veritiero e autentico tutto ciò che è affermato nei testi; il secolare rigetta in toto questo genere di dottrine, considerandole frutto del contesto storico e culturale in cui si originò il Buddhismo, e perciò irrilevanti nel presente contesto storico; il modernista ignora semplicemente la questione, concentrandosi sugli aspetti pratici come la meditazione; l’approccio riformista tende invece ad interpretare, ove possibile, certi assunti metafisici, in chiave simbolica e metaforica. Questa pluralità rispecchia il carattere nettamente pragmatico del pensiero del Buddha. Il Buddha-Dharma è un sistema flessibile in cui l’ortoprassi ha la precedenza sull’ortodossia dottrinaria.

Perciò, non vi è una risposta univoca e definitiva, ma una pluralità di pedagogie che tendono ad adattarsi alle più differenti tipologie di individui, mentalità e sensibilità culturali.

A cura di Davide Puglisi
Centro Dharma Saronno,
Associazione per lo studio e la pratica Buddhista

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Sito web creato con WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: