Mūla­pariyā­ya­sutta: La Radice di ogni cosa

In questo discorso il Buddha espone il fenomeno dell’appropriazione e della identificazione soggettivo-oggettiva.

Mūla­pariyā­ya­sutta
La radice di ogni cosa

Così ho udito:

In una certa occasione il Beato dimorava ad Ukkaṭṭhā, nel bosco di Subhaga, ai piedi di un albero di Sāla Reale. Quindi, il Beato disse ai monaci: «monaci!»- «Signore!» risposero quei monaci in assenso. Ed il Beato così disse: «Vi impartirò una spiegazione sulla radice di tutti i fenomeni, ascoltate e fate ben attenzione a ciò che vi dirò».  «Bene Signore!», risposero quei monaci al Beato che così parlò:

1: L’uomo comune (Puthujjhana)

I quattro elementi materiali

«Monaci, un incolto uomo comune, privo della visione dei nobili, ignorante in riguardo al Dhamma dei nobili, senza esperienza nel Dhamma dei nobili, percepisce l’elemento terra come elemento terra, e avendo percepito l’elemento terra come terra, immagina [un sé] [1]come l’elemento terra[2], immagina [un sé] nell’elemento terra, immagina [un sé] distino dall’elemento terra, immagina l’elemento terra come ‘mio’, e prova diletto nell’elemento terra. E per quale ragione? Perché egli non lo ha pienamente compreso. [3]

Percepisce l’elemento acqua come elemento acqua…Percepisce l’elemento fuoco come elemento fuoco…Percepisce l’elemento vento come elemento vento, e avendo percepito l’elemento vento come vento, immagina [un sé] come l’elemento vento, immagina [un sé] nell’elemento vento, immagina [un sé] distinto dall’elemento vento, immagina l’elemento vento come ‘mio’, e prova diletto nell’elemento vento. E per quale ragione? Perché egli non lo ha pienamente compreso.

Identificazione con esseri, Dei e brahman

Egli percepisce gli esseri come esseri…Percepisce gli Dei come Dei, Percepisce Pajāpati [4]come Pajāpati…Percepisce il Brahman come Brahman…Percepisce gli Dei luminosi come Dei luminosi…Percepisce gli Dei Subhakiṇha come Dei Subhakiṇha…Percepisce gli Dei Vehapphale come Dei Vehapphale…Percepisce il ‘Trascendente’ come il ‘Trascendente…Percepisce la Sfera dello spazio infinito come Sfera dello spazio infinito…Percepisce la Sfera della cognizione infinita come Sfera della cognizione infinita…Percepisce la Sfera del non v’è alcunché come Sfera del non v’è alcunché…Percepisce la Sfera della né percezione né assenza di percezione come la Sfera della né percezione né assenza di percezione, ed avendo percepito la Sfera della né percezione né assenza di percezione come Sfera della né percezione né assenza di percezione, immagina [un sé] come la Sfera della né percezione né assenza di percezione, immagina [un sé] nella Sfera della né percezione né assenza di percezione, immagina [un sé] distinto dalla sfera della né percezione né assenza di percezione, immagina la sfera della né percezione né assenza di percezione come ‘mio’, e prova diletto nella sfera della né percezione né assenza di percezione. E per quale ragione? Perché egli non ha pienamente compreso ciò.

Identificazione con il visto, udito, pensato

Percepisce quanto visto come visto…Percepisce il sentito come sentito, ed avendo percepito il sentito come sentito…Percepisce quanto esperito come esperito…Percepisce quanto conosciuto come conosciuto, ed avendo percepito quanto conosciuto come conosciuto,  immagina [un sé] come ciò che ha conosciuto, immagina [un sé] in ciò che ha conosciuto, immagina [un sé] distinto da ciò che ha conosciuto, immagina ciò che ha conosciuto come ‘mio’, e prova diletto in ciò che ha conosciuto. E per quale ragione? Perché egli non ha pienamente compreso ciò.

Identificazione con i concetti di unità, diversità e monismo

Egli Percepisce l’unità come unità, ed avendo percepito l’unità come l’unità…Percepisce la diversità come diversità…Percepisce il tutto come tutto…Percepisce il nibbāna come nibbāna, ed avendo percepito il nibbāna come nibbāna, immagina [un sé] come il Nibbāna, immagina [un sé] nel nibbāna, immagina [un sé] distinto dal nibbāna, immagina il nibbāna come ‘mio’, e prova diletto nel nibbāna. E per quale ragione? Perché egli non lo ha pienamente compreso.

2: Il praticante (sekha)

Monaci, il monaco dedito all’addestramento, la cui mente non ha ancora raggiunto la realizzazione, che dimora aspirando alla suprema liberazione dai legami, chiaramente riconosce l’elemento terra come terra; avendo riconosciuto l’elemento terra come terra, egli non immagini [un sé] come l’elemento terra, non immagini [un sé] nell’elemento terra, non immagini [un sé] distinto dall’elemento terra, non immagini l’elemento terra come ‘mio’, non si diletti nell’elemento terra. E per quale ragione? –Affinché egli lo possa pienamente comprendere, – ciò Io vi dico.

Egli chiaramente riconosce l’elemento acqua, l’elemento fuoco, l’elemento vento, gli esseri, Pajāpati, Brahma, gli Dei Ābhassara, gli Dei Subhakiṇha, gli Dei Abhibhu, la sfera meditativa dello spazio infinito, la sfera meditativa della cognizione infinita, la sfera meditativa del non v’è alcunché, la sfera meditativa della né percezione né assenza di percezione, il visto, il sentito, l’esperito, il conosciuto, l’unità, la differenza, il tutto… il nibbāna; avendo riconosciuto il nibbāna come nibbāna, non immagini [un sé] come il nibbāna, non immagini [un sé] nel nibbāna, non immagini [un sé] distinto dal nibbāna, non immagini ‘mio è il nibbāna’, non cerchi godimento nel nibbāna. E per quale ragione? –Affinché egli possa pienamente comprendere tutto ciò, Io vi dico.

3: L’Arahant (I)

Monaci, il monaco arahant, libero dai veleni, emancipato, il quale ha compiuto ciò che doveva essere compiuto, depositato il fardello, raggiunto il proprio obiettivo, totalmente distrutto il legame esistenziale, totalmente liberato grazie alla perfetta conoscenza, anche Egli chiaramente riconosce l’elemento terra come terra, ed avendo riconosciuto l’elemento terra come terra, non immagina [un sé] come l’elemento terra, non immagina [un sé] nell’elemento terra, non immagina [un sé] distinto dall’elemento terra, non immagina: ‘mia è le terra’, non si diletta nell’elemento terra. E per quale ragione? –Perché egli lo ha pienamente compreso, ciò Io vi dico.

Egli chiaramente riconosce l’elemento acqua, l’elemento fuoco, l’elemento vento, gli esseri, Pajāpati, Brahma, gli Dei Ābhassara, gli Dei Subhakiṇha, gli Dei Abhibhu, la sfera meditativa dello spazio infinito, la sfera meditativa della cognizione infinita, la sfera meditativa del non v’è alcunché, la sfera meditativa della né percezione né assenza di percezione, il visto, il sentito, l’esperito, il conosciuto, l’unità, la differenza, il tutto… il nibbāna; avendo riconosciuto il nibbāna come nibbāna, non immagina [un sé] come il nibbāna, non immagina [un sé] nel nibbāna, non immagina [un sé] distinto dal nibbāna, non immagina ‘mio è il nibbāna’, non cerca godimento nel nibbāna. E per quale ragione? ‘Perché egli ha pienamente compreso tutto ciò’, -Io vi dico.

Arahant (II)

Ed inoltre, o monaci, il monaco arahant, libero dai veleni, emancipato, il quale ha compiuto ciò che doveva essere compiuto, depositato il fardello, raggiunto il proprio obiettivo, totalmente distrutto il legame esistenziale, pienamente libero grazie alla perfetta conoscenza,  anche Egli riconosce l’elemento terra come terra, ed avendo riconosciuto l’elemento terra come terra, non immagina [un sé] come l’elemento terra, non immagina [un sé] nell’elemento terra, non immagina [un sé] distinto dall’elemento terra, non immagina: ‘mia è le terra’, non gode dell’elemento terra. E per quale ragione? – Perché egli è libero dalla passione, grazie alla distruzione della passione.

Egli chiaramente riconosce l’elemento acqua, l’elemento fuoco, l’elemento vento, gli esseri, Pajāpati, Brahma, gli Dei Ābhassara, gli Dei Subhakiṇha, gli Dei Abhibhu, la sfera meditativa dello spazio infinito, la sfera meditativa della cognizione infinita, la sfera meditativa del non v’è alcunché, la sfera meditativa della né percezione né assenza di percezione, il visto, il sentito, l’esperito, il conosciuto, l’unità, la differenza, il tutto… il nibbāna; avendo riconosciuto il nibbāna come nibbāna, non immagina [un sé] come il nibbāna, non immagina [un sé] nel nibbāna, non immagina [un sé] distinto dal nibbāna, non immagina ‘mio è il nibbāna’, non cerca godimento nel nibbāna. E per quale ragione? – Perché egli è libero dalla passionePerché egli è libero dall’avversionePerché egli è libero dall’ignoranza

4: Il Buddha pienamente risvegliato

Ed il Tathāgata, o monaci, l’arahant, pienamente risvegliato, riconosce l’elemento terra come terra, ed avendo riconosciuto l’elemento terra come terra, non immagina [un sé] come l’elemento terra, non immagina [un sé] nell’elemento terra, non immagina [un sé] distinto dall’elemento terra, non immagina: ‘mia è la terra’, e non si diletta nell’elemento terra; E per quale ragione? – Perché il Tathāgata ha compreso ciò in profondità.

Egli riconosce l’elemento acqua, l’elemento fuoco, l’elemento vento, gli esseri, Pajāpati, Brahma, gli Dei Ābhassara, gli Dei Subhakiṇha, gli Dei Abhibhu, la sfera meditativa dello spazio infinito, la sfera meditativa della cognizione infinita, la sfera meditativa del non v’è alcunché, la sfera meditativa della né percezione né assenza di percezione, il visto, il sentito, l’esperito, il conosciuto, l’unità, la differenza, il tutto… il nibbāna; avendo riconosciuto il nibbāna come nibbāna, non immagina [un sé] come il nibbāna, non immagina [un sé] nel nibbāna, non immagina [un sé] distinto dal nibbāna, non immagina ‘mio è il nibbāna’, non cerca godimento nel nibbāna. E per quale ragione? Perché il Tathāgata ha compreso ciò in profondità.

Il Tathāgata, o monaci, l’arahant, pienamente risvegliato, chiaramente riconosce l’elemento terra come terra, ed avendo riconosciuto l’elemento terra come terra, non immagina [un sé] come l’elemento terra, non immagina [un sé] nell’elemento terra, non immagina [un sé] distinto dall’elemento terra, non immagina: ‘mia è la terra’, e non si diletta nell’elemento terra; E per quale ragione? – Perché Egli ha compreso che il diletto è la radice della sofferenza, e che l’esistere determina la nascita, e per tutto ciò che è nato vi sarà decadimento e morte.

Perciò, o monaci, attraverso la completa distruzione della sete, il distacco da essa, la sua cessazione, il suo abbandono, ed il lasciare andare, il Tathāgata ha realizzato il perfetto, incomparabile risveglio, ciò Io vi dico.

Egli chiaramente riconosce l’elemento acqua, l’elemento fuoco, l’elemento vento, gli esseri, Pajāpati, Brahma, gli Dei Ābhassara, gli Dei Subhakiṇha, gli Dei Abhibhu, la sfera meditativa dello spazio infinito, la sfera meditativa della cognizione infinita, la sfera meditativa del non v’è alcunché, la sfera meditativa della né percezione né assenza di percezione, il visto, il sentito, l’esperito, il conosciuto, l’unità, la differenza, il tutto… il nibbāna; avendo riconosciuto il nibbāna come nibbāna, non immagina [un sé] come il nibbāna, non immagina [un sé] nel nibbāna, non immagina [un sé] distinto dal nibbāna, non immagina ‘mio è il nibbāna’, non cerca godimento nel nibbāna. E per quale ragione? Perché Egli ha compreso che il diletto è la radice della sofferenza, e che l’esistere determina la nascita, e per tutto ciò che è nato vi sarà decadimento e morte.»

Idamavoca bhagavā. Na te bhikkhū bhagavato bhāsitaṃ abhinandunti.

Così parlò il Beato, ma quei monaci non furono contenti delle parole del Beato.

Note

1.Maññati: il termine maññati  deriva dalla radice verbale ‘mañ’, ‘pensare’. maññati è l’immaginare o concepire, il proiettare delle qualità o caratteristiche su di un oggetto che in realtà ne è privo, nonché il modus percipiendi tipico della persona non risvegliata. Nell’immaginare se stesso in un certo modo, l’individuo proietta sull’oggetto percepito concetti (sankha) quali ‘ciò è mio’, ‘Ciò sono Io, o ‘Questo è il mio Sé’. In questo modo, i cinque aggregati costituenti la persona diventano per lui i cinque aggregati soggetti all’afferrarsi (pancaupadanakhanda), dove con ‘afferrarsi’ si intende l’afferrarsi alla concezione illusoria di un Sé permanente.

Secondo Bhikkhu Bodhi, l’espressione «Egli immagina [un sé] come l’elemento terra»indica una relazione di identificazione diretta con il fenomeno percepito;

«Immagina [un sé] nell’elemento terra», indica una relazione di inerenza o appartenenza, l’identificare se stessi come facenti parte di un certo fenomeno;

«Immagina [un sé] all’elemento terra», indica una relazione di differenziazione e distinzione con il fenomeno, e la possibilità di potersene appropriare;

«Immagina l’elemento terra come ‘mio’», indica l’esperienza dell’appropriazione, il portare l’oggetto sotto il proprio controllo;

«Egli gode della terra»: l’esperienza stessa della sete (Taṇhā), la strategia fondamentale attraverso la quale l’Io di dare sostanza al suo esistere tramite la gratificazione dei sensi.”

2. Secondo la concezione buddhista, ogni oggetto, incluso il nostro corpo fisico, possiede quattro caratteristiche o modalità di comportamento:

1.Pathavī: L’elemento terra, la qualità dell’inerzia o resistenza (pathiga);

2.āpo: l’elemento acqua, la qualità della fluidità, plasticità e coesione;

3.tejo: l’elemento fuoco, la qualità del calore o temperatura;

4.vāyo: l’elemento vento, la qualità della motilità o movimento.

La meditazione sui quattro elementi ha la funzione di farci toccare con mano la natura dinamica, mutevole e contingente dell’esistenza, permettendoci così di lasciare andare l’errata percezione di stabilità, concretezza e realtà, causa a sua volta di molte delle nostre angosce e paure legate all’inevitabilità del decadimento fisico, della malattia e della morte:

«Con la mente raccolta, limpida e chiara, libera da ostacoli, Egli dirige l’attenzione verso la chiara visione e conoscenza; Egli così realizza: ‘Questo è il mio corpo materiale, composto dai quattro elementi, nato da padre e madre, sostenuto dal nutrimento, solido e liquido, per sua natura soggetto alla disgregazione, al decadimento, alla dissoluzione; e questa è la cognizione, legata al corpo, dipendente dal corpo materiale’.»

4) Pajāpati, Il Dio della creazione secondo i testi vedici dell’antico bramanesimo

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