
Buddhadāsa Bhikkhu
…Tra i nostri visitatori qui, mi capita spesso di incontrare dei cristiani, che portano al collo una catenina con una piccola croce. Mi è capitato di dir loro: la croce che portate come cristiani, anche per me buddhista ha un senso. Vedete, vi è il palo verticale: è come una i maiuscola, “I”, (“Io”); vi è poi la traversa della croce che barra, annullando l’Io. Per me buddhista la vostra croce dice: anattā, “niente di sé e sé per sé”, “vuoto di sé”, “non-sé”.
La croce contiene tutto il Buddhismo! Loro mi guardano un po’ sorpresi sorridendo: suppongo che non disapprovino, perché sorridono.
Come buddhisti non abbiamo mai pensato di vedere rispecchiato il messaggio del Buddha nella croce dei cristiani; la croce rappresenta per noi il segno di una religione straniera; con la rappresentazione di un suppliziato inchiodato nel legno, questo ci sembrerebbe orribile. I cristiani, probabilmente, non trovano tutto questo orribile, perché vi vedono un significato sacro: Gesù che accetta di sacrificare la propria vita perché gli uomini conoscano Dio; la croce serve loro da scala per salire verso Dio: per giungere a Dio, devono salire attraverso la croce di Gesù, con il senso del segno della croce per essi.
Quanto a noi, diciamo che per giungere alla realtà ultima, il nibbāna, dobbiamo, in accordo al simbolismo della croce, abbandonare la nozione soggettiva dell’Io o sé : ciò equivale al non-sé, anattā.
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